ROMA. Sarà il remake di Madrid la finale degli Internazionali Bnl d'Italia: Novak Djokovic contro Andy Murray. In Spagna, una settimana fa, vinse in tre set il serbo, che nell'ultima semifinale ha superato in tre set Kei Nishikori con il punteggio di 2-6 6-4 7-6 (5). Alla sua terza finale consecutiva a Roma, che ormai lo acclama a ogni singola giocata e per la quale ha inventato una nuova esultanza lanciando una sorta di cappello immaginario in aria, oggi il serbo ha vinto nonostante l'handicap di un infortunio alla caviglia che si è causato accidentalmente colpendosi con la racchetta.
Più forte della cattiva sorte, però, e dell'ostinazione nipponica di Nishikori. Il numero uno al mondo ha ceduto il primo set quando ancora pensava al guaio procuratosi, per poi rimontare e vincere gli ultimi due set con il punteggio di 6-4 e 7-6 (5). Il tutto dopo poco più di tre ore di partita contro un Nishikori che gli aveva annullato ben tre palle match lasciando il risultato in sospeso fino all'ultimo. Sarà per Nole la settima finale e proverà a centrare la 'manità dopo i quattro successi targati 2008, 2011, 2014 e 2015. Ultima semifinale che è stata anche l'unica esente dalla pioggia, che invece fin dalla mattina si era abbattuta sul Foro Italico facendo ritardare di oltre tre ore l'inizio delle partite.
Nella prima semifinale Andy Murray impiega solo 59' per liquidare la pratica con il 'Lucky Loser' Lucas Pouille («È stata una settimana di 'up and down'»... ha ammesso il francese, ripescato nel tabellone principale per il ritiro di Tsonga e poi in semifinale per il ritiro di Monaco) e conquistare così la sua prima finale romana: «Sì, è la mia prima finale a Roma, sono felice per questo e, ovvio, spero di vincerla», dice lo scozzese, che domani giocherà nel giorno del suo compleanno nonostante ammetta con un velo di sarcasmo: «Non ho mai vinto un match il giorno del mio compleanno, credo. Non è un gran cosa, effettivamente...».
Ha vinto con un secco 6-2 6-1 in soli 59', ma alla fine lo stesso Murray sottolinea come siano stati convulsi i preparativi al match contro Pouille: «Forse è stata per la prima volta nella mia carriera, e ho giocato più di 700 partite, dove sono andato in campo senza in realtà avere mai colpito la palla prima dell'inizio della partita». Sarà invece una finale tutta made in Usa, quella che vedrà di fronte domani Serena Williams e Madison Keys: «Sì è meraviglioso. Come ho detto l'ultima volta che sono stata qui a Roma, credo che Madison sia una delle giocatrici che in realtà può diventare una grande, ha potenziale. E ora sta dimostrando le sue qualità su tutte le superfici», si dice sicura la numero uno al mondo, che oggi ha liquidato in poco meno di un'ora e mezza la romena Irina Camelia Begu con il punteggio di 6-4 6-1. Più sofferta la qualificazione per la Keys, che contro la spagnola Garbine Muguruza partiva da sfavorita: «Non vedo l'ora di scendere in campo domani, non conta contro chi giocherò. Farò del mio meglio e sono veramente felice. Sto trovando la forma migliore alla vigilia del Roland Garros e spero di continuare così», spiega la numero 24 nel ranking Wta, finora un solo torneo Wta vinto, a Eastburne nel 2014. Gli ultimi due punti contro la spagnola, regolata con un 7-6 6-4, patiti per colpa di una breve interruzione per pioggia: «Con la mia fortuna - ha concluso sorridendo - ho temuto che avrebbe piovuto fino a domani...».
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