ROMA. Il Tas ha ridotto da sei a quattro anni la squalifica di Michel Platini per la vicenda dell'inchiesta per la consulenza da due milioni di franchi svizzeri pagatagli dalla Fifa di Blatter. Lo apprende l'Ansa da fonti vicine a Platini.
Michel Platini lascerà nei prossimi giorni la presidenza dell'Uefa. Avendo ottenuto dal Tas solo una riduzione della squalifica (da 6 a 4 anni), l'ex campione si dimetterà dall'incarico: lo fanno sapere i suoi legali.
Il Tribunale arbitrale dello sport (TAS) ha ridotto da sei a quattro anni la squalifica inflitta dalla Fifa a Michel Platini da ogni attività legata al calcio. Il presidente dell'Uefa è quindi inibito fino a dicembre 2019. Ridotta anche la multa da 80.000 a 60.000 franchi svizzeri (circa 55.000 euro).
La decisione - informa la nota del Tribunale per l'arbitrato nello sport - è stata presa all'unanimità dalla formazione arbitrale composta dal presidente, l'italiano Luigi Fumagalli ed i membri Jan Paulsson (Francia) e Bernard Hanotiau (Belgio). Nelle motivazioni che hanno portato alla riduzione della squalifica, il Tas ha ritenuto che Platini, ricevendo dalla Fifa il versamento di due milioni di franchi nel 2011, ha ottenuto un «vantaggio indebito» ed è colpevole di «conflitto di interessi», violando gli articoli 20 e 19 del codice di etica della Fifa.
Il francese non è stato invece sanzionato per «violazione di regole generali di comportamento» nè per «violazione di dovere di lealtà» (articoli 13 e 15 del codice di etica), ciò che spiega la riduzione della sanzione a quattro anni, ossia «la durata di un mandato presidenziale». Il TAS ha riconosciuto che Platini aveva svolto un lavoro presso la Fifa.
Tuttavia, la formazione arbitrale non «è convinta della legittimità del versamento di 2 milioni di franchi svizzeri, intervenuto otto anni dopo la cessazione dei rapporti di lavoro, che non riposa su alcun documento e non corrisponde alla parte dello stipendio presuntamente impagato». Il TAS segnala inoltre che Platini è «stato beneficiario in modo retroattivo di un piano di previdenza al quale non aveva diritto». Il TAS aggiunge che «una sanzione severa è giustificata a causa delle funzioni superiori esercitate da Michel Patini (presidente Uefa e vice-presidente Fifa), l'assenza di pentimento e l'impatto che questo affare ha avuto sulla reputazione della Fifa».
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