CREMONA. Potrebbe essere letta già il 22 aprile la sentenza-ordinanza con la quale il gip di Cremona, Pierpaolo Beluzzi, deciderà riguardo gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato nell'inchiesta sul calcioscommesse (tra questi il Ct della Nazionale Antonio Conte) e quelli, invece, che non hanno scelto riti alternativi, puntando su un proscioglimento in udienza preliminare. Secondo un nuovo calendario disposto dal giudice, infatti, gli avvocati difensori dovrebbero concludere i loro interventi il 21 aprile: l'udienza
del 22 dovrebbe servire per le repliche e per la decisione. Sono state, infatti, 'tagliate' le udienze previste del 10 e dell'11 maggio. Oggi è previsto l'intervento degli avvocati di Conte, Francesco Arata e Leonardo Cammarata.
La scorsa udienza, il procuratore di Cremona, Roberto di Martino, aveva chiesto per Conte una condanna a sei mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, e otto mesi di multa. Secondo l'accusa, il ct della Nazionale avrebbe dato il suo «benestare» alla presunta combine di AlbinoLeffe-Siena del 29 maggio del 2011. In subordine, sempre secondo il pm, l'allora allenatore del Siena sarebbe venuto meno al suo ruolo di garanzia e al dovere di impedire che i suoi calciatori commettessero illeciti. Il ct della Nazionale ha sempre respinto le accuse e, nelle scorse settimane, aveva chiesto il rito abbreviato che comporta un giudizio «allo stato degli atti», quindi senza ulteriore attività istruttoria e che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.
Il ct della Nazionale, Antonio Conte, è del tutto estraneo alla vicenda del calcioscommesse e, pertanto, va assolto dal giudice per l'udienza preliminare di Cremona. Lo hanno sostenuto oggi in aula i suoi legali, Francesco Arata e Leonardo Cammarata che, nei prossimi giorni, presenteranno anche una dettagliata memoria difensiva per argomentare come siano a loro avviso infondate le accuse nei confronti del tecnico. «Quello delle scommesse e quello di Antonio Conte sono due mondi completamente diversi», hanno detto i difensori.
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