DUBLINO. A pochi mesi dalla sfida dei Mondiali 2015, quando all'Olimpico di Londra i verdi si imposero per 16-9, Irlanda e Italia del rugby si affrontano di nuovo. Ma questo dell'Aviva Stadium, in una Dublino che prepara la grande festa di San Patrizio (giovedì 17 marzo), sembra uno scenario ben diverso. Allora l'Irlanda era al numero 3 del ranking internazionale e si era presentata sul palcoscenico mondiale come una delle favorite. Poi c'è stato un brusco risveglio nei quarti contro i Pumas dell'Argentina e da quel momento, complici ritiri eccellenti (vedi ÒConnell) o infortuni vari, la squadra irlandese non è stata più la stessa. Così è precipitata al n.8 della classifica di «World Rugby» e in questo 6 Nazioni dopo tre giornate ha solo punto, quello del pareggio con il Galles all'esordio (poi due ko a Parigi e Twickenham). Adesso ha enorme pressione addosso perchè i tifosi del Trifoglio sono pazzi d'amore per la loro nazionale, l'unica che rappresenti l'Irlanda unita (Nord protestante compreso), ma pretendono anche dei risultati, e non accettano che Best e compagni passino da detentori del titolo a penultimi in classifica. Qui si inserisce l'Italia, la rivale che domani dovrà essere assolutamente «demolita» e che si presenta a Dublino sognando di ripetere la clamorosa impresa degli azzurri del 1997, ovvero un successo fuori casa, l'unico finora ottenuto nell'isola verde, che rimane qualcosa di epico. Ma questa del ct Brunel, alla penultima apparizione sulla panchina azzurra, appare più un'Italia da cucchiaio di legno, reduce com'è da una sconfitta a Roma contro la Scozia che ha spento molti entusiasmi e lasciato Parisse e soci, immeritatamente battuti a Parigi e poi travolti in casa dagli inglesi, ancora a zero punti. L'Italia poi, come del resto l'Irlanda, è in fase di rinnovamento, al punto che domani, di fronte a pari ruolo che sono dei mostri sacri come Murray e Sexton, si presenterà con un'inedita mediana (in azzurro, non nelle Zebre) Palazzani-Padovani, 47 anni in due, tanto entusiasmo ma anche poca esperienza ai più alti livelli. Detto che anche il triangolo allargato degli irlandesi, con Zebo, Trimble ed Earls potrebbe fare male all'Italrugby, non rimane che registrare le parole del capitano, consapevole della difficoltà dell'impegno, ma non pessimista. «Non dobbiamo commettere quegli errori stupidi che hanno caratterizzato il nostro primo quarto di partita contro la Scozia, alla quale abbiamo regalato due mete - dice Parisse -, e riuscire a capitalizzare ciò che facciamo di buono. In avvio di partita non dovremo concedere certi punti facili ai nostri avversari. L'Irlanda è in difficoltà, e tutti dicono sia diventata vulnerabile ma non dobbiamo per niente sottovalutarla. Ricordo a tutti che è la squadra che ha vinto le ultime due edizioni del 6 Nazioni, quindi dovremo fare molta attenzione. I giovani? Se Brunel li ha scelti, vuol dire che li vede pronti. Per loro quella di domani sarà una grande opportunità». Ma domani come andrà a finire? «Nessuno si aspetta una nostra vittoria - risponde Parisse -, ma io dico che dobbiamo rimanere concentrati e pensare a giocare il nostro rugby. Non dobbiamo far giocare gli irlandesi che, lo ripeto, sono una grande squadra, terribilmente pericolosa». Ecco perchè, viene da aggiungere, il match di domani ha un chiaro favorito. Poi tra una settimana questa Italrugby che anche qui ha qualche migliaia di tifosi al seguito giocherà a Cardiff e allora sarà il momento di fare il bilancio dell'era Brunel. In attesa che venga annunciato il nuovo ct Connor ÒShea, guardacaso un irlandese.