ROMA. Solo la Lazio supera gli ottavi di finale di Europa League tra le squadre italiane. Le altre due - Fiorentina e Napoli - vengono eliminate dalla competizione. La Lazio ha superato il Galatasaray e si qualifica per gli ottavi di finale. Si fermano invece Napoli e Fiorentina. I partenopei non vanno oltre l'1-1 al San Paolo contro il Villarreal con gli spagnoli che si qualificano in virtù anche della vittoria di sette giorni fa in Spagna. Saluta l'Europa anche la Fiorentina, che dopo l'1 a 1 al Franchi con il Tottenham, nel ritorno a Londra esce sconfitta per 3-0. E così si complica anche la corsa dell'Italia al 'podio' del ranking Uefa che vale una squadra in più in Champions dalla stagione 2017/2018. L'Italia puntava al terzo posto occupato dall'Inghilterra (Spagna e Germania occupano le prime due posizioni e sono inarrivabili), che con i risultati di questa sera (e soprattutto con l'eliminazione dei viola) si allontana ancora di più. Anche perchè il cammino delle italiane in Champions non promette granchè con la Roma con un piede e mezzo fuori dopo lo 0-2 subito all'Olimpico dal Real Madrid. Qualche speranza in più la nutre la Juve dopo il 2-2 di Torino con il Bayern. La pattuglia italiana si assottiglia, così come si allontana il terzo posto nel ranking Uefa. Lazio-Galatasaray, due partite in una: primo tempo soporifero; ripresa tuoni, fulmini e quattro reti. Finisce 3-1 per i ragazzi di Stefano Pioli che volano agli ottavi di Europa League, dando il loro contributo al ranking Uefa dei club italiani. Successo meritato, soprattutto per la veemenza gettata in campo nei secondi 45', mentre sull'Olimpico si abbatteva un vero nubifragio ed i turchi crollavano sotto i colpi di Parolo (16'), Felipe Anderson (18') e Klose (27'), alla prima rete stagionale. Qualche brivido i (pochi) tifosi biancocelesti lo hanno provato solo al gol di Oztekin (del 2-1), sull'unica sbavatura difensiva della Lazio, che poteva rimettere in forse la qualificazione. Bravo Pioli ad indovinare tutti i cambi, con Candreva (per Lulic) e Klose (per Matri) decisivi. Buon avvio della Lazio, complice l'atteggiamento dei turchi che non partono a testa bassa come ci si aspetterebbe dovendo recuperare lo svantaggio del gol subito a Istanbul. Tanto possesso palla frutta però solo un'inzuccata di Milinkovic, all'11', parata facilmente da Muslera. Il Galatasaray aspetta nella propria metà campo e spezzetta il gioco con una miriade di falli, mai così plateali da meritare il giallo, ma sufficienti - alla lunga - a far perdere ritmo agli avversari. L'arbitro russo Bezborodov tollera e se in Turchia qualcuno aveva avuto da ridire per motivi politici sulla sua designazione, ora non ha di che lamentarsi. I continui stop and go finiscono per mandare in confusione la manovra biancoceleste (Felipe Anderson non si libera quasi mai, Lulic davanti è fiacco, bene Milinkovic) ed il Galatasary alza il baricentro. Sempre però con molta flemma. L'unica conclusione del primo tempo, così, resta quella di Sneijder (18'), forte ma centrale, bloccata in due tempi da Marchetti. Ben più impegnativa la deviazione sopra la traversa di Muslera al 42', su gran tiro dal limite di Biglia. Il Galatasaray riparte forte e la Lazio capisce di scherzare col fuoco: l'1-1 dell'andata può diventare un'arma a doppio taglio. Al 12' l'unico vero acuto di Matri, (tiro in diagonale e palo) è il prologo alle reti di Parolo (di testa su angolo) e Felipe Anderson che chiude una bel contropiede avviato da Candreva. Sembra fatta. Ma un attimo di amnesia permette a Oztekin (18') di trasformare in oro il piombo della lenta manovra turca. Il 2-2 qualificherebbe il Gala ed il tecnico Denizli butta dentro un'altra punta, Bulut. Ma anche Pioli cambia, e bene: fuori Matri per Klose che dopo due minuti colpisce. Il risultato è al sicuro, il passaggio del turno anche. In Europa la Lazio rialza la testa e la stagione ha ancora un traguardo importante. Il Napoli non riesce ad andare al di là del pareggio con il Villarreal e viene eliminato dalla competizione. Agli spagnoli basta un gol, trovato un pò casualmente nella parte iniziale della ripresa, per raggiungere gli ottavi di finale di Europa League. La squadra di Sarri, che era andata in vantaggio con Hamsik nella prima frazione di gioco, ancora una volta non riesce a chiudere la partita. Gli azzurri vanno più volte vicini al raddoppio ma, anche per una nuova prestazione non proprio esaltante di Higuain, non chiudono il conto con gli spagnoli. Forti del risultato di 1-0 dell'andata, gli uomini di Marcelino hanno la possibilità di mettere in cassaforte la qualificazione con un solo gol, che arriva puntuale a lasciare nello sconforto il pubblico del San Paolo. Higuain, al quale Sarri aveva lasciato libertà di scelta se giocare o riposare, decide di esserci, ma si vede che l'argentino non è al massimo della condizione e si innervosisce sempre di più con il trascorrere dei minuti. Il Napoli si presenta a trazione anteriore, con Mertens al posto di Callejon ed Insigne spostato sul lato di destra dell'attacco. Gli spagnoli rispondono con un 4-4-2 molto abbottonato nel quale Pina, centrocampista centrale di destra, si disimpegna in realtà più da difensore aggiunto, rimanendo ben attaccato alla difesa a presidiare centralmente l'ingresso dell'area di rigore. Il Napoli è molto più disinvolto di quanto si era visto la scorsa settimana al Madrigal. La squadra di Sarri mantiene il possesso del pallone e tiene quasi sempre gli spagnoli schiacciati nella propria area di rigore. Gli ospiti riescono ad affacciarsi pericolosamente davanti alla porta dei partenopei in una sola occasione, nei primi minuti di gioco, con Bakambu, lanciato in contropiede che si fa però ipnotizzare da Reina. Il portiere devia con la punta delle dita la conclusione rasoterra del giocatore francese di origini congolesi con una parata che però non cambia il destino della partita. Poco dopo (16') gli azzurri trovano il gol del vantaggio con una formidabile conclusione dalla distanza, al volo, di Marek Hamsik su respinta della difesa spagnola. Il Napoli non si ferma e continua a macinare gioco alla ricerca del gol del raddoppio che viene sfiorato in più di una circostanza, da Higuain, Mertens e David Lopez. Nella ripresa, però, gli azzurri rallentano il ritmo e quando arriva il gol degli spagnoli si capisce che difficilmente gli azzurri potranno riuscire ad ottenere la qualificazione. La volontà c'è, il coraggio pure, ma ai partenopei manca lucidità e forse anche un pizzico di determinazione. Alla fine della partita, comunque, il pubblico applaude ugualmente. In fondo anche ai tifosi interessa più la lotta in campionato che una competizione europea che stenta ad entrare nel loro cuore e nella loro mente. Per la Fiorentina il 3-0 rimediato dal Tottenham gela le mire di Sousa, più di quanto possa farlo la rigida temperatura della capitale inglese. Già complicata dal risultato di parità per 1-1 nell'andata, la partita è stata dominata dagli Spur che hanno messo in mostra capacità tecnica e forma fisica. Pericolosi fin dall'inizio, gli inglesi trovano tuttavia una Fiorentina reattiva almeno fino a quando l'autogol di Gonzalo Rodriguez non lascia spazio neanche ai sogni. Non basta il cuore dei viola ed il tifo, compreso quello di Agnese Renzi in tribuna con Andrea Della Valle. E soprattutto non bastano la costanza di Borja Valero, le incursioni di Ilicic o il coraggio talvolta venato di protagonismo di Bernardeschi. È soprattutto Ilicic che ci prova nel primo quarto d'ora, ma un gran tiro di Eriksen, parato da Tatarusano, fa capire l'antifona. Il vantaggio arriva poco dopo dopo con Mason che sembra spuntare dal nulla e con grande precisione infila l'angolo a sinistra del portiere viola. Servono almeno altri dieci minuti alla Fiorentina per riprendersi, con qualche pasticcio pericoloso nell'area di rigore toscana. Poi i tentativi di Gonzalo Rodrguez, Borja e Ilicic sembrano far tremare Lloris, ma il gol non arriva. Quasi premonitore dell'amaro finale quello invece platealmente fuorigioco di Chadli, subito annullato, al 2' della ripresa, seguito da un errore di Bernardeschi che, da solo davanti alla porta inglese, sbaglia. Ed è ancora Berardeschi che ci riprova al 17' con un tiro troppo lungo per essere intercettato dai compagni, ma troppo pericoloso per essere sottovalutato dal Tottenham. Un minuto dopo, infatti, è Lamela che con un gran tiro buca la porta della Fiorentina e rende ancora più in salita la gara per i viola, nonostante qualche sospetto di fuorigioco e che l'azione abbia coinvolto fallosamente Astori. Il cambio di modulo di Sousa scelto nella ripresa, per rendere la squadra più offensiva, non pare dare risultato e l'ingresso di Zarate al posto di Ilicic regala qualche bella giocata, ma non consente di accorciare le distanze del risultato. Il sigillo alla vittoria inglese arriva al 36' con una difficilmente evitabile deviazione di Gonzalo Rodriguez che si trasforma in amaro autogol. Gli ultimi minuti consentono addirittura a Mason di riprovarci con un gran tiro che fa sfiorare il poker ai ragazzi di Pochettino.