MILANO. Mourinho torna a San Siro ed e' re per una notte, quella in cui l'Inter torna a vincere per 3-1 contro la Sampdoria. Eppure il pubblico nerazzurro non tradisce Roberto Mancini al quale tributa una standing-ovation, pur accompagnata da uno striscione in cui chiede alla squadra di tirare fuori gli attributi. Solo tiepidi applausi per lo Special One e pesanti insulti per Ronaldo. La festa c'e' ma solo nell'intervallo con striscioni e cori per l'uomo che con l'Inter ha vinto tutto. Altri tempi: a distanza di sei anni, quella pagina della storia sembra chiusa, la squadra combatte una difficile partita per agguantare la Champions dopo giornate lunghe in ritiro, mugugni e mal di pancia. Arriva la Samp di Montella, in lotta per non retrocedere: tanti ex in una nostalgica serata. Mancini sa che non puo' sbagliare con una rosa decimata dalle squalifiche, Kondogbia, Medel e Telles. E' l'ora dei ripescati: Biabiany, Perisic, D'Ambrosio. In avanti Eder e Icardi. Montella punta su Correa e Quagliarella. Lo spettacolo e' in tribuna con Moratti seduto al fianco di Mourinho dando l'impressione che il tempo non sia passato. A lato, un po' in disparte c'e' Thohir che quel magico 2010 non l'ha vissuto. Mancini invece ricorda bene quei giorni e anche un po' prima quando si consumo' un divorzio amaro dai colori nerazzurri. Passato che torna, ricordi che sembrano risalire a un secolo fa. E infatti l'Inter fatica, i campioni mancano e anche una piccola Sampdoria fa paura. Tanti errori, molta tensione in un primo tempo piuttosto scialbo con i blucerchiati in evidenza all'11' grazie a un sinistro di Quagliarella al quale si oppone sicuro Handanovic. Ancora l'attaccante cerca la rete poco dopo mentre Perisic non riesce a mettere al centro una palla facile facile. Ranocchia e' nervoso e stenta a fermare un arrembante e volitivo Biabiany che di destro al 20' potrebbe portare in vantaggio l'Inter. Il francese gioca bene, attraversa tutto il campo palla al piede inutilmente inseguito da Dodo', poi chiude Cassani. Per lui gli applausi di San Siro. Al 24' sblocca D'Ambrosio che da due passi mette in rete sfruttando al meglio il corner di Murillo. La Sampdoria accusa il colpo anche se al 38' i blucerchiati chiedono un rigore per un fallo di mano di D'Ambrosio che si oppone a un destro di Correa. Proteste vibranti che non schiodano l'arbitro il quale e' deciso nel non assegnare il calcio dal dischetto. L'Inter c'e' e nel secondo tempo vuole chiudere la partita: Felipe Melo colpisce la traversa ma e' in fuorigioco. Poco dopo, Ranocchia manca il gol del pari ma al 12' ci pensa Miranda a mettere il risultato al sicuro, va a segno di testa su sponda di un ritrovato Melo. Para Viviano ma la palla e' abbondantemente entrata in rete. L'arbitro aspetta il responso della gol-line technology e poi assegna la rete all'Inter. La Sampdoria si spegne lentamente: a parte un tentativo di Quagliarella, poco o niente. E l'Inter cala il tris con Icardi che - al 28' - si invola in contropiede e di sinistro batte il portiere blucerchiato. Ultime fiammate della Sampdoria un tentativo di Muriel e la rete di Quagliarella, piccola soddisfazione per una squadra alla deriva. L'Inter rialza la testa, per ora esce dalla crisi in attesa della Juventus, va a 48 punti e rivede la Champions. Segnano due difensori, poi Icardi che va a quota 11. La vittoria arriva dopo le brutte prove di Verona e Firenze. Mancini si prende la sua rivincita. Mourinho non lo oscura, l'operazione nostalgia firmata Moratti lascia il tempo che trova. La risposta la da' San Siro: contano il presente e il futuro, non il passato per quanto glorioso sia stato.