TORINO. Avrà pur ragione Allegri che Juve-Napoli non era decisiva e che restano 13 partite da giocare e 39 punti in palio. Ma adesso che ha completato la rimonta, sorpassando il Napoli battuto con beffa doppia - gol all'88' e deviazione di Albiol sul sinistro di Zaza - non si vede chi possa fermare questa Juventus, capace di farsi un baffo di infortuni a catena e di vincere all'88', con una riserva (sia pure di lusso), la partita più importante e delicata (fin qui) della stagione. Giù il cappello davanti ai bianconeri, al 15/o successo consecutivo in campionato: non avevano Mandzukic, Chiellini, Caceres ed Asamoah, hanno perso per strada anche Bonucci e poi Morata, ma sono andati dritti all'obiettivo come se nulla fosse. Ed Allegri ha, tra i tanti meriti, quello di avere motivato al massimo due giocatori entrati per i minuti finali: è stato decisivo Zaza, ma altrettanto Alex Sandro. Il brasiliano in mezzo a due avversari ha toccato per Evra il pallone finito poi, passando per Evra, sui piedi dell'attaccante ex Sassuolo. Il Napoli, ad onor del vero, è stato una mezza delusione: a "muso duro" ha giocato troppo poco, contro una squadra che cercava con carattere e grinta di mascherare stanchezza e pezzi mancanti: l'unico tiro di Higuain (36' st) è stato un disastro, una ciabattata che Buffon ha visto passare innocua lontano metri dalla sua porta. E poche iniziative sono venute da Hamsik, che pure era partito bene, da Callejon e Insigne, scialba la direzione d'orchestra di Jorginho. Gli azzurri hanno un grande rimpianto: non avere cambiato la storia nei 3' minuti d'oro, tra il 35' ed il 38' del primo tempo: salvataggio decisivo di Bonucci su Higuain, parata altrettanto decisiva di Buffon sul piatto sotto porta di Albiol, palla troppo lunga di Callejon per il Pipita. L'ultimo test in allenamento aveva sciolto l'ultimo piccolo rebus in casa bianconera: Khedira, a meno di due settimane dall'ultimo infortunio muscolare, era pronto per giocare dal 1' ed Allegri non ha avuto dubbi a rischiarlo. Nessuna sorpresa dell'ultima ora nel Napoli, deciso a giocarsi la sfida scudetto "a muso duro" come aveva promesso Sarri, da ultimo spronando la squadra con il grido "Andiamo!" prima del fischio d'inizio. Nello Stadium più che mai tutto bianconero - settore ospiti chiuso, tifosi napoletani mischiati qua e là ma quasi in incognito, la Juventus ha subito cercato di tagliare ogni rifornimento a Higuain, il re dei bomber. E ci è riuscita perché il primo tiro degli azzurri, al 32' è stato di Allan, contrastato da Barzagli. La Juventus ha patito, all'inizio, la velocità del Napoli, che dava impressione di avere maggior freschezza, e lo stesso pressing degli uomini di Sarri. Impressionante potenza e velocità nei 60 metri di Koulibay, che però in piena area venificava tutto con un velleitario colpo di tacco. E pericoli per Buffon anche dai contropiede di Insigne, che tuttavia calibrava male gli assist al 'Pipita'. Allegri calava l'asso nella manica, un Cuadrado in forma 'mundial', che teneva sempre accesa la spia dell'allarme nella difesa partenopea: il destro, facile preda di Reina, era in fondo il pezzo peggiore nel repertorio del colombiano, devastante invece negli scatti e nei dribbling. Nell'arco bianconero c'erano anche le frecce di Pogba: punizione al 20' e poi destro da fuori, prima del tiro improvviso sull'esterno della rete. Uscita indenne dalle fiammate napoletane dopo dopo la mezz'ora del primo tempo, la Juventus ha preso coraggio. Lo 0-0 sembrava tutto sommato andare bene ad entrambe, per la Juve palla-gol di Dybala che però (18') sparava alto sull'appoggio di Dybala, sinistro a giro di Hamsik (35') che non si abbassava, poi un tiro senza pretese di Pogba e lo stesso per un Higuan poco lucido, prima del timbro di Zaza. Che vale primato e un pezzo di scudetto, anche se la stagione è ancora lunga. Ma nello 'Stadium' impazzito di gioia, il popolo bianconero canta e prende in giro i napoletani: "Ohi vita ohi vita mia, ohi sole ohi sole mio", mentre sui social, in onore di Zaza e in riferimento ai tifosi napoletani impazzano le battute sull' 'Amaro Lucano'.