ROMA. Meritavano un premio i duemila (scarsi) coraggiosi sparpagliati sulle tribune dell'Olimpico per Lazio-Verona. Ed è arrivato, almeno per i tifosi laziali. Una larga vittoria, ritrovata dopo tre turni in bianco di successi e di reti che avevano depresso la classifica e l'ambiente. Il 5-2 sul Verona, firmato da tutti gli attaccanti, da Matri a Candreva, consente ai biancocelesti di scavalcare Empoli e Sassuolo e rimettersi in caccia della chimera Europa. Si è fermata invece dopo cinque partite la striscia positiva dell'Hellas, sempre ultimo e ormai quasi disperato. I timori di Pioli per gli effetti del catino vuoto - si è registrato il record negativo di presenze, inevitabile effetto della inaccessibilità della Nord per il primo dei due turni di chiusura per i cori contro Koulibaly, del gelo permanente tra tifosi e società oltre che dello scarso richiamo della partita - si sono rivelati infondati perchè la Lazio, nel silenzio generale e dopo un primo tempo mal giocato, nella ripresa si è ritrovata segnando una cinquina ad un Verona che sembrava in crescita. Con il recupero di Biglia, Pioli ha scelto di affiancargli Cataldi e Milinkovic-Savic e proprio dall'italiano ha avuto subito le risposte migliori, con gli assist per i primi due gol. In difesa, la coppia di centrali Mauricio-Hoedt ha faticato a controllare un sempre vivo Toni e Pazzini, spesso soli contro tutti in avanti, mentre Konko e Lulic sulle fasce erano più liberi di agire. In attacco, sono stati 'promossi' titolari Anderson-Matri-Mauri. Il brasiliano è stato pimpante all'inizio, per poi calare ma poi ha condito la sua prestazione con un bel gol. L'ex milanista ha cercato sempre la conclusione venendo premiato al 45' quando in scivolata di sinistro ha sbloccato la partita al termine di un primo tempo sconclusionato e pieno di errori dei biancocelesti. Il vantaggio ha aiutato i biancocelesti, che a inizio ripresa hanno raddoppiato al 4' con Mauri, sempre servito da Cataldi, mentre al 24' Anderson sembrava aver chiuso la gara. Il Verona però in una manciata di minuti ha rimesso tutto in discussione, prima con una bella punizione di Greco al 27' e quindi con il raddoppio di Toni, imbeccato dallo stesso centrocampista al 34'. Nel frattempo però erano entrati Klose e Keita al posto di Matri e Mauri e il tedesco ha confezionato al 37' un cross perfetto per il compagno che al volo ha siglato il 4-2. A completare il successo, Candreva, anche lui fresco di panchina, si è trovato a calciare il rigore per un fallo su Lulic e non ha sbagliato. In uno stadio normale sarebbe stata l'apoteosi. La Lazio si è dovuta accontentare di pochi, ma sentiti applausi.