ZURIGO. Tutto scontato, o quasi: a Zurigo, Kakà ha consegnato a Leo Messi il quinto Pallone d'Oro della carriera, un record,. L'asso argentino del Barcellona ha preceduto nei voti di ct, capitani delle nazionali e giornalisti di tutto il mondo, l'eterno rivale del Real Madrid, il portoghese Cristiano Ronaldo (vincitore del trofeo nel 2014, 2013 e 2008) ed il compagno di squadra in Catalogna, il brasiliano Neymar. La 60/a edizione del premio corona certamente il giocatore piu' meritevole: l'argentino ha raccolto il 41,33% dei voti, Cristiano Ronaldo il 27,76% e Neymar il 7,86%, ma nonostante l'ennesimo trionfo Messi ha ammesso prima della cerimonia che baratterebbe i cinque Palloni d'oro con un Mondiale: "Il calcio e' un gioco di squadra e la Coppa del mondo rappresenta il massimo per un calciatore". Per consolarsi, può comunque ricordare che l'anno scorso con il Barcellona ha conquistato cinque trofei (Champions League, Supercoppa europea, Mondiale per club, campionato e coppa di Spagna) ed ha segnato 48 reti. Senza dimenticare la finale della Coppa America persa con l'Argentina contro il Cile. Messi si è comunque detto "felicissimo. E' un momento particolare, riuscire a vincere nuovamente dopo due anni... E' molto di piu' di quanto potessi sognare. Nulla però sarebbe possibile senza i miei compagni. Abbiamo realizzato una stagione formidabile col Barcellona". Messi si era già aggiudicato il Pallone d'Oro dal 2009 al 2012 e figurava fra i tre finalisti per la nona volta consecutiva. Un dominio diviso con Cristiano Ronaldo, all'ottava presenza da finalista per tre trofei vinti. Bisogna risalire al 2007 ed appunto a Kakà per ritrovare un vincitore diverso dal duo Messi-Ronaldo. Da quando il Pallone d'Oro e' diventato un evento mondiale, l'aspetto commerciale sovrasta sovente quello tecnico, e qualcuno comincia a storcere il naso. Se L'Equipe cita uno studio secondo cui tecnici e colleghi privilegerebbero loro giocatori, compagni di squadra o comunque connazionali, un altro periodico sportivo francese, "So foot", afferma a chiare lettere che quest'anno "avrebbe dovuto vincere Gigi Buffon". Resta comunque un trofeo che suscita sempre grande passione. Il galà era trasmesso in tv in 190 Paesi. Nemmeno la crisi attuale della Fifa, che il presidente ad interim Issa Hayatou non ha negato in apertura di galà, ha attenuato l'interesse. Oltre un migliaio di tifosi ha atteso per ore davanti alla Kongresshaus di Zurigo per vedere le stelle passate e presenti. Tra i più applauditi, i componenti della squadra ideale dell'anno della Fifa, che comprende quattro giocatori del Real (Marcelo, Sergio Ramos, Modric e Ronaldo) altrettanti del Barca (Dani Alves, Iniesta, Neymar e Messi) oltre a Neuer del Bayern, Thiago Silva del Psg e Paul Pogba della Juve. Proprio il centrocampista francese, con sgargiante giacca giallonera, ha fornito l'unico tocco di serie A ad un mondo del calcio che parla sempre piu' spagnolo. Infatti, allenatore dell'anno e' stato eletto Luis Enrique (assente a Zurigo), scelto sotto lo sguardo di uno dei suoi successori alla Roma, l'ora "traballante" Rudi Garcia. Il quale non ha nulla da festeggiare, in quanto il suo giocatore, Alessandro Florenzi non e' stato ricompensato con il premio Puskas. Il suo gol da centrocampo contro il Barcellona non e' stato considerato il piu' bello dell'anno dagli 1,6 milioni di votanti su internet. "Il sogno non si e' realizzato, ma non é grave - ha detto il giallorosso -. E' stata comunque un'esperienza incredibile ritrovarsi fra tutti questi campioni". E' statoa preferita la spettacolare sforbiciata del brasiliano del Goia Wendell Lira. Gli altri premi sono andati alla ct degli Stati Uniti, campione del Mondo 2015, Jill Ellis (allenatrice di calcio femminile), alla sua compatriota Carli Lloyd (giocatrice dell'anno, ha segnato una tripletta in finale del Mondiale) mentre il premio fair-play ricompensa tutti gli organismi, federazioni e club che hanno aiutato i rifugiati.