MILANO. Deraglia pericolosamente l«utilitarià di Mancini, rinasce la Lazio di Pioli che espugna San Siro per 2-1, grazie alla doppietta di Candreva. I nerazzurri mantengono il primato che però diventa risicato, appena un punto sulle dirette concorrenti che ieri hanno tutte vinto. Tensione alle stelle in campo dopo il gol che consegna la vittoria ai biancocelesti. Colpa di Felipe Melo, un giocatore inadatto a una grande squadra. Falloso e indisponente, affossa la sua squadra che comunque stasera non brilla. Perde la testa dopo aver causato un rigore per la Lazio. Calcia Candreva, para Handanovic ma sulla ribattuta lo stesso Candreva è lesto a mettere in rete. A seguire, Melo si fa espellere per un entrata durissima contro Biglia, quasi una mossa di kung-fu che fa temere il peggio per il play laziale. Sconfitta che brucia anche se Mancini questa volta se la deve prendere soprattutto con se stesso. Ancora una volta schiera una formazione inedita, la diciassettesima in altrettante giornate: questa volta resta fuori inspiegabilmente un protagonista del primato nerazzurro, Brozovic. Fuori anche Ljajic. C'è Icardi con Biabiany, Perisic e Jovetic. Conferma per Montoya che però inizia a mostrare gravi e pericolose lacune. La Lazio sa che deve osare: Pioli vuole conservare la panchina e schiera il tridente Matri-Anderson-Candreva per cercare il colpo grosso. L'Inter potrebbe andare in fuga ma questa sera qualcosa non va: al 2' Handanovic sta per combinare un guaio, palla fra i piedi e passaggio involontario a Matri che non segna per un soffio. Giusto un segnale con i nerazzurri che vanno subito in avanti: gran giocata di Jovetic per Perisic sul quale esce bene Berisha. Eppure l'Inter muscolosa e cattiva al 5' deve subire il gol della Lazio firmato da Candreva: destro strepitoso su calcio d'angolo corto. La partita non è bella, si combatte a centrocampo tra errori e incomprensioni. Mancini perde la pazienza con il solito Icardi, statico e svogliato in campo. Manca la qualità: Biabiany fa poco e male, Melo e Medel sono in difficoltà, anche la difesa con Montoya perde colpi. La Lazio ci crede, lotta pallone su pallone, produce qualche buono spunto. Alla mezz'ora scenografico duetto sulla fascia destra tra Konko e Candreva con Savic che cerca la giocata di tacco. I nerazzurri ci provano su calcio di punizione ma Jovetic spedisce alto. Ancora su calcio piazzato, tenta Telles ma Berisha gli chiude la via del gol. Al 44' incredibile occasione per i biancocelesti: errore grave di Melo in disimpegno, Anderson conquista il pallone, avanza in area, arriva Candreva che da due passi spara alto. Nerazzurri in difficoltà, poco incisivi e approssimativi, mai pericolosi in attacco. Qualcosa non funziona nell'Inter che, dopo l'intervallo, torna in campo con la stessa formazione. In apertura subito scintille per un retropassaggio di Radu a Berisha che si impossessa del pallone evitando il corner. Per l'arbitro è calcio di punizione a due in area. Momenti caotici con le proteste dei laziali e quelle di Mancini che se la prende col quarto uomo perchè - secondo lui - non fa rispettare la distanza. L'allenatore capisce che la squadra non gira e finalmente corre ai ripari con un doppio cambio: Liajic e Brozovic per Biabiany e Jovetic. È la mossa giusta che spiana la strada al pareggio dell'Inter: filtrante di Perisic per Icardi che infila Berisha al 16'. L'Inter cambia ma non troppo: nervi molto tesi con Felipe Melo che litiga con Konko per gran parte della ripresa. La Lazio accusa il colpo e perde iniziativa, l'Inter migliora ma non decolla. Poco gioco, scarse le conclusioni, confusione e nervosismo, qualche calcio piazzato con i nerazzurri che spingono alla ricerca della vittoria. Scorrono i minuti e nessuno immagina quello che sta per accadere in un finale incandescente. Scatta il 41', fallo di Melo che travolge Milinkovic-Savic. Per l'arbitro è rigore. Dal dischetto Candreva, para Handanovic e, sulla ribattuta corta, si avventa lo stesso Candreva e va a segno, portando la sua squadra in avanti. Crollo psicologico per Melo che si produce nel suo peggior repertorio: calcione in faccia a Biglia, scatta il rosso diretto. A seguire, per somma di ammonizioni viene mandato negli spogliatoi anche Milinkovic-Savic. Recupero lunghissimo, cinque minuti, ma il risultato non cambia più. Mancini è dispiaciuto, riconosce che l'Inter non ha giocato bene, è scuro in volto per le 'cavolatè fatte in campo soprattutto da Melo. L'Inter perde l'occasione per andare in fuga, inciampa in una Lazio con una grande voglia di riscatto e che trova in Candreva l'uomo della provvidenza. Per Mancini un Natale di riflessione, forse con una punta di amarezza. La sosta arriva al momento giusto: il 6 gennaio, l'allenatore può riprendere la corsa per lo scudetto al volante della sua utilitaria, comunque di qualità.