ROMA. A Rudi Garcia non resta che la cabala. Era dal 2000-'01 che la Roma non usciva dalla Coppa Italia negli ottavi ed alla fine di quella stagione arrivò lo scudetto. Ma al francese servirà anche tanto ottimismo. Perchè la squadra che si è fatta eliminare ai rigori dallo Spezia (squadra che naviga a metà classifica della serie B) è apparsa per quasi 130 minuti scarica psicologicamente, disordinata, velleitaria, lenta ed incolore. E poco lucida nel momento decisivo, quando ha fallito i primi due tiri con Pjanic e Dzeko. Se dopo il 6-1 in Champions sono arrivate le carote davanti a Trigoria, chissà domani cosa recapiteranno i tifosi ormai esasperati. Che hanno nel mirino soprattutto Garcia, bersagliato da insulti ed inviti ad andarsene per lunghi tratti del match. Fa festa invece l'11 di Mimmo Di Carlo che nei quarti affronterà l'Alessandria (giustiziera, altrettanto a sorpresa, del Genoa) e può sognare l'approdo in semifinale. Alla fine i giocatori sono giustamente corsi a raccogliere l'abbraccio dei loro sostenitori, giunti numerosi nella Capitale. Onore al coraggio di Gennaro Acampora, da Somma Vesuviana, autore della rete decisiva. Va bene che l'orario è quello della pennichella e sembra scelto apposta per tenere il pubblico lontano dallo stadio. Ma il gioco della Roma per tutto l'incontro non crea rimpianti negli assenti. Mentre i quasi 3.000 tifosi spezzini in curva nord sprizzano entusiasmo, i pochi indigeni osservano attoniti una squadra che - con oltre il 70% di possesso palla - nel primo tempo crea una sola occasione. Dzeko segna, ma è in fuorigioco (33') dopo l'unico scambio in area riuscito, con Ucan. Per il resto Chichizola non corre mai rischi, ben protetto da una difesa ordinata e sempre concentrata, soprattutto nei due centrali. Più vicino a spezzare l'equilibrio va lo Spezia: senza il guizzo di Castan per anticipare Nenè, De Sanctis sarebbe battuto (26'), dopo aver deviato il tiro dal limite di Situm. Va da se che la Roma imbocchi gli spogliatoi tra i fischi. Che raddoppiano alla fine della ripresa. Garcia si gioca tutti i cambi togliendo via via lo spento Iturbe per inserire Florenzi, poi Vainqueur per De Rossi ed infine Emerson per Digne. Ma la Roma non si sveglia, nessuno sembra in grado di saltare l'avversario, il ritmo non sale nonostante lo Spezia dalla mezzora sia palesemente in riserva. Ucan ci prova con un destro a giro e la deviazione di Chichizola al 91' porta ai supplementari. Altri 30 minuti abbondanti di supplizio calcistico. Lo Spezia ormai è sulle ginocchia e pensa solo a buttare palla in tribuna. La Roma risponde con tanto possesso ed altrettanta confusione. L'impressione è che non si vedrebbe un gol nemmeno continuando ad oltranza. Dopo 126' minuti la parola va ai rigoristi. E la Roma ammutolisce anche dal dischetto. Garcia è il primo ad imboccare gli spogliatoi a testa bassa. Lo attende un duro lavoro, se avrà il tempo di restare a galla nella tempesta. L'ultima vittoria risale al derby. Era l'8 novembre.