Giovedì 19 Dicembre 2024

L'Inter si rialza subito con Ljajic
Torna in vetta aspettando il Napoli

MILANO. La cabala dell'1-0 premia l'Inter per l'ottava volta in questo campionato. Roberto Mancini cerca e trova l'allungo contro il Genoa: i nerazzurri - trascinati da un grande Ljajic che segna il gol partita - battono la squadra di Gasperini e tornano in vetta alla classifica con 33 punti. Dopo la sconfitta di Napoli (onorevole ma pur sempre una sconfitta), cresce l'autostima e sale l'ambizione di chi vuole puntare dritto al titolo. Ennesima espulsione, la quinta finora, per l'Inter: a pochi minuti dalla fine scatta il rosso (doppia ammonizione) per D'Ambrosio. Si arrabbia Mancini che ancora non ha metabolizzato i cartellini di Nagatomo al San Paolo. L'allenatore nerazzurro affronta il Genoa e tira fuori la mossa che spiazza: ancora una volta lascia in panchina Icardi che in questo avvio di campionato mostra lacune e difetti e soprattutto non riesce a soffrire e lottare come i suoi compagni, cattivi quanto basta e forse un po di più. Spazio a Palacio che eredita la fascia di capitano. Rivoluzione in campo con il ritorno di Melo e la scelta di puntare su Ljajic, Jovetic e Biabiany. Gasperini torna a San Siro dove non ha lasciato buoni ricordi, protagonista di una fase oscura dell'Inter di qualche tempo fa. Uno stadio stregato per lui con i suoi giocatori bloccati e arroccati in difesa. I padroni di casa partono bene e giocano meglio, costruiscono occasioni e non concedono niente: serve tutto il talento di Perin per salvare il risultato del primo tempo che si chiude a reti inviolate. Al 2' è subito Inter con Felipe Melo che sbaglia un gol facile e spreca l'ottima imbucata di Palacio. Ancora il centrocampista è protagonista in uno scontro non con un avversario ma con il suo compagno Medel: testata che provoca apprensione soprattutto per Melo sostituito nella ripresa e sottoposto ad accertamenti clinici. Al 18' Ljajic ubriaca la difesa genoana ma il suo tiro è fuori misura e finisce alto sulla traversa. Jovetic ispira, mostra grande classe e visione di gioco, si porta via metà della retroguardia rossoblù e, tuttavia, Biabiany non è lesto nell'approfittarne. In campo si accendono gli animi, frizione fra Medel e Tino Costa. Il Genoa non riparte, non sfrutta i palloni che recupera, è in balia dei padroni di casa. Al 41' Biabiany si trova a tu per tu con Perin ma il portiere ha la meglio. Due minuti dopo, l'estremo difensore compie un miracolo salvando sul tiro a botta sicura di Ljajic. Il serbo è scatenato ed è pericolosissimo sul finire del primo tempo con un tiro che termina di un soffio a lato della porta.  Il secondo tempo si apre con il Genoa che esce timidamente dal guscio difensivo con Rincon e costruisce a seguire la prima occasione da gol con Figueras. Si scuote l'Inter ma Jovetic fallisce al 12' il gol del vantaggio. Centoventi secondi dopo arriva la rete decisiva e la segna l'uomo più in forma del momento, Ljajic su cacio di punizione. Rimbalzo ingannevole per Perin che non può fare nulla sul velenoso tiro. Meritato vantaggio dell'Inter di fronte a una squadra rinunciataria che non ci ha mai creduto anche se migliora leggermente nel secondo tempo. Jovetic esce per crampi e viene sostituito da Perisic. L'Inter potrebbe potrebbe raddoppiare ma l'arbitro fischia un fuorigioco piuttosto dubbio e ferma una bella azione corale dei nerazzurri con Palacio che la spinge dentro nonostante il guardalinee abbia alzato la bandierina. A Ljajic si oppone poi Perin che non si fa trovare impreparato. Gasperini gioca la carta Pandev, un grande ex. Il Genoa si sveglia troppo tardi, riesce a chiudere l'Inter ma non a caso i nerazzurri vantano la difesa migliore del campionato. Vano l'assalto rossoblù. Il finale è teso: al 42' espulso D'Ambrosio per somma di ammonizioni. Mancini perde le staffe e protesta. Al fischio finale però è festa per tutti tranne uno: Icardi, imbronciato in panchina avvolto nella nebbia di San Siro, cupa come il suo umore. L'Inter può fare a meno di lui: trova un grande Ljaijc che è maturato come giocatore e come uomo. È lui il bomber del momento ma è la difesa che è monumentale: per la decima volta non prende gol. L'Inter può davvero vincere lo scudetto, a colpi di uno a zero, il risultato che meglio rappresenta la squadra di Mancini, combattiva ed essenziale al limite del minimalismo

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