MADRID. Rafa Benitez non si tocca. A blindare il tecnico spagnolo sulla panchina del Real Madrid, più che 'tremolantè dopo la debacle di sabato nel 'Clasicò, è il presidente del club, nonchè suo principale sponsor (visto che lo aveva scelto questa estate dopo l'esautoramento di Carlo Ancelotti) Florentino Perez in una conferenza stampa organizzata in quattro e quattr'otto per sgombrare il campo da ogni equivoco e voce: «Rafa Benitez ha il nostro pieno sostegno e fiducia - le parole inequivocabili di Perez - È stato scelto per la sua professionalità, l'esperienza, la competenza e la capacità di sfruttare al meglio la rosa che ha subito un graduale logoramento da gennaio di quest'anno - la giustificazione di Perez - Bisogna lasciarlo lavorare, sicuri di arrivare alle vittorie». Sull'ex tecnico di Liverpool, Inter e Napoli «non c'è mai stato alcun dubbio, crediamo sia in grado di riportare il Real laddove era prima di questa partita. Capisco il disagio dei tifosi dopo il match di sabato, ma chiedo il loro sostegno verso i giocatori. Sabato - ha aggiunto Perez che ha escluso elezioni anticipate nel club - abbiamo perso una partita, una partita sbagliata, ma la colpa non è stata nella mancanza di atteggiamento, che non può essere messa in discussione». Il Real insomma sta vivendo la sua crisi ma per uscirne non c'è bisogno di soluzioni traumatiche. Il n.1 del club ha poi precisato di «non voler suggerire niente. Qui ci sono stati molti allenatori e ciascuno ha goduto sempre della sua autonomia». Il plenipotenziario del Real ha poi negato frizioni all'interno dello spogliatoio tra il tecnico e buona parte della squadra, a cominciare da Cristiano Ronaldo, sul quale si erano appuntate le indiscrezioni della stampa spagnola («O io o lui», le parole di CR7 riportate dopo la disfatta di sabato): «Pensare che i giocatori non vogliono Benitez è sbagliato. Non possiamo mettere in dubbio la volontà dei giocatori di giocare bene. E Ronaldo non ha mai criticato l'allenatore. Non mi ha mai detto che con questo allenatore non vinceremo nulla, lui è un bravo ragazzo». Fin qui le parole (rassicuranti) del presidente che però non smontano le critiche e le perplessità dei tifosi e della stampa che già da settimane parlavano di «tutti contro tutti» nello spogliatoio, con molti 'senatorì che non hanno alcuna simpatia per il tecnico e lo stesso presidente, 'reò di aver cacciato l'amato Ancelotti, che ha scarso feeling con l'allenatore, che pure aveva scelto. Perez ha resistito dunque alla tentazione di esonerare lo spagnolo, ribadendogli piena fiducia ma va da sè che le prossime settimane (la partita di mercoledì in Champions è ininfluente, visto che il Real è già agli ottavi) saranno decisive per capire l'aria che tira al Bernabeu. Dove tornerebbe di corsa Carlo Ancelotti che a Madrid vive di rendita dopo la conquista dell'agognata 'Decimà: «A giugno sono pronto a tornare, come al Psg e al Chelsea - le parole del tecnico di Reggiolo che si sta godendo il suo anno sabbatico dopo l'esonero dai Blancos - ma non subentro a stagione in corso». Il suo principale sponsor non è uno qualsiasi, ma il tre volte Pallone d'Oro: Cristiano Ronaldo «l'ho sentito settimana scorsa e non mi ha detto di avere problemi con Benitez», la diplomatica risposta di Ancelotti che ha ribadito la voglia di tornar ad allenare. E se dipendesse dai tifosi madridisti, ancora sotto choc dopo lo 0-4 di sabato, lo andrebbero a prendere sotto casa pur di riportarlo al Bernabeu.