SAN PAOLO. La Formula 1 vola in Sudamerica per la penultima gara del mondiale, sul circuito di Interlagos, in Brasile. Un tracciato particolare quello di San Paolo, il più corto dopo Monaco e Messico, ma non per questo meno affascinante agli occhi dei piloti. E c'è chi come Kimi Raikkonen dopo il fine settimana che lo ha visto protagonista delle Finali Mondiali al Mugello assieme alla Scuderia Ferrari mostra un pizzico di amarcord ricordando il titolo piloti vinto nel 2007 all'ultima gara nel suo primo anno a Maranello. «Quello che più mi è rimasto in mente - racconta a ferrari.com - è la determinazione con cui la squadra realizzò l'obiettivo dichiarato della vigilia, la vittoria del campionato». Il finlandese poi punta l'attenzione sul tracciato di Interlagos e la gara che lo attende domenica con l'incognita meteo: «Questo tracciato mi piace, anche se è molto corto, affrontato nel modo giusto è divertente da guidare. Lo scorso anno è stato messo un nuovo asfalto sulla pista ed il livello di grip era elevato, fattore che la rende sempre più piacevole per i piloti e che permette di essere più aggressivi. Anche se è un circuito breve, questo non vuol dire che la messa a punto della vettura sia semplice. Ci sono molti fattori da tenere in considerazione, non ultimo il meteo». Della sfida con il meteo parla anche il terzo pilota della Ferrari Esteban Gutièrrez. «La pista brasiliana è ricca di storia e tradizione e tutti i piloti ci corrono volentieri. Le squadre forse sono state un pò meno contente, perchè il paddock era molto stretto, ma quest'anno sono stati fatti lavori di ristrutturazione e non ci lamentiamo. Sia dal punto di vista tecnico che per l'atmosfera, infatti, questo tracciato trasmette sensazioni uniche. Il Brasile - aggiunge il pilota messicano - è un grande paese e la gente lo è altrettanto. La forma della pista è molto particolare, diversa da tutte le altre: richiede un buon livello di carico aerodinamico e non è impegnativa per l'impianto frenante. La parte che preferisco è quella della curva Ferradura, perchè ci arrivi in velocità e poi c'è subito una salita. I sorpassi non sono semplici da effettuare, ma quella brasiliana è da sempre una gara che riserva molte sorprese».