ROMA. "Fenomeni". Antonio Conte lo urla tre volte, al gol di Pellè che ribalta la partita e dà la vittoria all'Italia sulla Norvegia. Poi a freddo spiega. "Mi e' piaciuta la mentalita' dei ragazzi: perdevamo immeritatamente, la partita contava poco per i punti ma ce l'abbiamo messa tutta, con qualita', per vincere. Questo e' molto bello: non credevo di poter entrare nella testa dei giocatori in cosi' poco tempo. Finché avrò gente con queste caratteristiche, nulla ci è precluso". "Abbiamo chiuso in testa il girone e siamo cresciuti in questi mesi - la considerazione del commissario tecnico - Fin dalla prima partita, con l'Olanda, ho cominciato a sentire mia questa squadra. Avevo detto in tempi non sospetti che stavamo crescendo. In nazionale hai poco tempo per dare un'identita': era questo il mio grosso dubbio, dubbio che sta andando via". L'esperienza in nazionale sta "insegnando" che" cambiare modulo si può anche in pochi giorni, "al contrario di quanto pensavo da allenatore dei club: e invece sono riuscito a ottimizzare il poco tempo, entrando nella testa dei giocatori". Ora comincia l'avventura Europei, con l'auspicio di Renzi di "una soddisfazione in Francia, che vale doppio". "La sua visita ci ha fatto piacere, ma gia' in precedenza aveva fatto sentire una presenza che per noi conta molto", il ringraziamento del ct azzurro. "Nel nostro percorso di ricostruzione non so se ci siano analogie col primo anno Juve - dice ancora - Quella squadra veniva da due settimi posti, il primo scudetto fu qualcosa di straordinario, a dimostrazione che lavoro e disponibilità possono tutto, e si può sognare. Qui partiamo da un fallimento, nonostante l'ottimo lavoro di Prandelli: abbiamo dovuto ricominciare, e anche qui la grande disponibilità dei giocatori mi lascia ben sperare". "Non mi va di dire se siamo tra primi quattro o primi due, parlare di obiettivo minino e' una chiacchiera da bar - la sua puntualizzazione - Non pensiamo di aver già tirato la testa fuori dall'acqua, chi la pensa diversamente sono fatti suoi: pazienza. Ho voluto apposta amichevoli importanti per capire chi siamo davvero". "Mai dire mai", è stato lo slogan di Antonio Conte per lasciare aperte le porte a un del contratto post-Mondiale, ma a ben guardare può valere anche per il ruolo di outsider all'Europeo. ''E' difficile capire come sia possibile che non saremo teste di serie - dice alla fine della festa dell'Olimpico - In Francia non andiamo da favorite, ma daremo fastidio a tutte". La convinzione è rafforzata dalla bella partita giocata e vince contro la Norvegia, in rimonta e senza lo stimolo di motivazioni eccezionali. "Fenomeni", dice Conte ai suoi azzurri nell'immediato dopo partita, prima di abbracciare davanti alle telecamere Florenzi, più che per il gol per l'anima buttata nella mischia". Ora comincia il lungo cammino fino al 10 giugno. A novembre due test, proprio contro Belgio (Kuwait City la sede probabile) e Romania in Italia. A marzo altro doppio impegno pesante, contro Spagna e Germania (a Monaco), poi Conte punta a una preparazione lunga, dal 22 maggio. Montpellier è favorita come sede del ritiro su St.Etienne. Per il resto è partita la corsa a un posto tra i 23: "Le porte sono aperte, ma non troppo: se qualcuno pensa che bastino due gol per arrivare qui, o che la squadra si mette al suo servizio, sappia che con me non accadrà mai", l'avviso ai Balotelli, agli Insigne, ai Berardi.