ROMA. Un poker tira l'altro. La Fiorentina mostra il suo volto migliore anche in Europa e così, dopo la brutta sconfitta casalinga con il Basilea, si riscatta in Portogallo, imponendo una lezione di calcio sul campo di un Belenenses apparso comunque ben poca cosa. Altre 4 reti, come contro l'Inter quattro giorni fa. Bernardeschi, Babacar, la ciliegina Rossi: ma è il collettivo a rilanciare le ambizioni continentali della squadra di Paulo Sousa, profeta in patria e abile a confermare la sua duttilità tattica schierando uno spregiudicato 3-3-4 con Rebic e Bernardeschi sulla fasce a garantire corsa, forza fisica e anche gol, Rossi e Babacar a tentare lo sfondamento centrale. Il Belenenses - che da subito soffre la verve di Rebic e Bernardeschi - a centrocampo soccombe: lì comanda il trio Suarez-Vecino-Fernandez, che mantiene altissimo il baricentro. Si muove bene anche Rossi dietro Babacar, in panchina gli eroi di San Siro, ovvero Ilicic e Kalinic. I portoghesi di Sa Pinto, con Carlos Martins alle spalle di Leal (che manca il colpo di testa su un'uscita a vuota di Sepe), subiscono la personalità e il maggior tasso tecnico della Fiorentina. Che al 24' passa. Ventura respinge corto il destro di Vecino, Bernardeschi brucia la lentissima difesa di casa e firma il terzo gol personale in Europa League (su quattro presenze). Il Belenenses ci capisce ben poco, i viola vanno a un passo dal raddoppio perchè sul corner di Fernandez Kuca devia malamente verso la porta ma per sua fortuna il pallone centra la traversa. Appena prima dell'intervallo, dopo che Sa Pinto ha cambiato l'infortunato Sturgeon con Dalcio Gomes, la Fiorentina fa bis: azione rugbystica che porta al tiro Babacar che, complice la deviazione di Brandao, fa fuori Ventura. Tre punti vicini. Anche se in avvio di ripresa Sepe deve opporsi all'azione personale di Kuca (unico straniero tra i lusitani), è sempre la Fiorentina a tenere in mano il pallino: Ventura c'è sul destro di Rebic, Rossi si libera bene ma il destro non ha fortuna. Sousa richiama l'ottimo Bernardeschi in panchina e arretra Suarez inserendo a centrocampo Badelj. Maggiore copertura per l'ultima mezz'ora, in ogni caso l'ingranaggio costruito dal portoghese è impeccabile e il Belenenses, volenteroso e poco più, è costretto ad arrendersi. Anche perchè a 7' dalla fine Tonel, nel tentativo di anticipare Rossi, buca Ventura per la terza volta. Per Paulo Sousa non mancano le buone notizie. Ma quella più bella è il ritorno al gol di Rossi, che buca al 90' l'incolpevole Ventura. Messaggio chiaro, chiarissimo: la Fiorentina, al momento irresistibile, vuole far sentire forte la sua voce anche al di là dei confini. Prima vittoria in Europa League per la Lazio, ma quanta paura. Contro il Saint-Etienne all'Olimpico i biancocelesti prima subiscono il gol dello svantaggio, poi ribaltano il match con Onazi, Hoedt e Biglia, ma nel finale, in 11 contro 9, subiscono un gran gol di Monnet-Paquet che fa venire i brividi in una partita che doveva essere chiusa prima. Unica cosa positiva la seconda vittoria in rimonta dopo quella di Verona di domenica. Per il resto, poco gioco e meccanismi ancora arrugginiti per una Lazio che deve rassegnarsi a cambiare spesso interpreti. Il turnover induce Pioli a cambiare sei uomini rispetto alla vittoria di Verona, riposo per Parolo, Lulic e Djordevic, fuori anche Gentiletti, Marchetti e Kishna, dentro Hoedt e Radu in difesa, Onazi a far coppia con Biglia a centrocampo e Keita in attacco a sinistra ai lati dei confermatissimi Anderson e Milinkovic-Savic. Tutti alle spalle di Stefano Mauri nelle vesti di 'falso nuevè. Dall'altra parte, Galtier risponde con lo stesso modulo, un 4-2-3-1 con Corgnet preferito a Eysseric e Monnet-Paquet a trequarti sulla stessa linea di Hamouma e Roux e dietro l'unica punta, lo sloveno Robert Beric, che aveva già affrontato la Lazio nel 2012 quando era al Maribor. Verdi subito in vantaggio al 6' con Bayal-Sall che in mischia approfitta di un corner regalato da Basta e di una dormita generale della difesa laziale e di petto la devia in rete. I biancocelesti reagiscono subito con Hoedt che prende l'ascensore ma Ruffier si esalta respingendo di reni sulla linea. L'occasione è però del tutto sporadica perchè il giro palla non funziona, gli esterni restano isolati e Pioli è una furia. E su calcio piazzato la difesa è un thriller, così al 14' secondo corner e traversa dei francesi con Roux. Tutto il meccanismo difensivo della Lazio non funziona, al terzo affondo di Hamouma addirittura centrali si ritrovano Radu e Basta. Alla prima azione degna di nota di Felipe Anderson, ecco il pareggio laziale. Palla sporcata da Bayal-Sall che finisce sui piedi di Onazi e rete di collo a fil di palo. La gara si mette poi in discesa quando al 33' l'arbitro caccia per rosso diretto Beric a causa di una gomitata rifilata a Mauricio. Il contatto non sembra volontario e l'espulsione è esagerata, tuttavia va bene alla Lazio che si trova sopra di un uomo per un'ora, gli spazi si allargano e Biglia inizia ad avere uno spettro di scelta più ampio per rilanciare gli esterni. Nella ripresa, fuori Mauricio dentro Gentiletti e la Lazio passa subito al 3' con Wesley Hoedt. Prima rete in biancoceleste per l'olandese che con un tocco di esterno trova la porta sguarnita dopo un'uscita alla bersagliera di Ruffier. Il Saint-Etienne non fa in tempo a riorganizzarsi (l'ingresso di Bahebeck dà nuova vivacità in avanti) che perde anche Bayal-Sall per doppia ammonizione chiudendo così l'ultimo quarto d'ora in nove uomini e all'80' la Lazio trova il terzo gol con Lucas Biglia. Sembra una gara chiusa, peccato che lo pensano già anche i giocatori biancocelesti in campo, ma mancano ancora dieci minuti abbondanti e il Saint-Etienne ne approfitta al 39' con Monnet-Paquet che uccella Basta e Berisha con un pallonetto delizioso rimette in partita i verdi di Galtier. Buono solo per mettere paura, anche stavolta la Lazio se la cava. Ma quanta sofferenza.