ROMA. L'ultimo azzurro a mettersi una medaglia d'argento mondiale al collo era stato Andrea Chiurato, in un torrido pomeriggio d'agosto, a Catania, nella prima cronometro individuale iridata della storia: si era arreso solo alle ruote lenticolari del britannico Chris Boardman, recordman dell'ora, non un avversario qualsiasi. Era il 1994 e da allora sono passati ben 21 anni.
Ieri sera Adriano Malori ha rotto l'incantesimo e invertito la tendenza, rompendo un lunghissimo digiuno. Anche il parmense, come Chiurato, si è messo al collo una medaglia d'argento, dopo essere stato battuto solo dal bielorusso Vasil Kiryienka che a lungo ha continuato a vedere gli spettri di un ennesimo, prestigioso piazzamento, dopo quelli degli ultimi tre Mondiali (terzo nel 2012, quarto nel 2013 e nel 2014). E questo perché la prova offerta da Malori è stata semplicemente strepitosa: l'azzurro è letteralmente volato sui 53 chilometri del tracciato di Richmond, la città della Virginia che ospita questa edizione dei Mondiali su strada. Il neocampione del mondo delle sfide contro il tempo ha chiuso in 1h02'29"45, facendo meglio dell'italiano di 9"08 e del bronzo Jerome Coppel di 26"62. Il protagonista della cronometro alla Vuelta, l'olandese Tom Dumoulin, si è piazzato al 5/o posto, staccato di 1'01"51, mentre l'iridato uscente Tony Martin è apparso imballato e non è riuscito ad andare oltre il 7/o posto, staccato di 1'16"73. Una vera delusione per il tedesco, che puntava al poker e invece è rimasto addirittura giù dal podio.
La splendida giornata per i colori azzurri è stata completata dal 10/o posto di Moreno Moser, giovane e promettente figlio di Diego, nipote di Francesco, Aldo ed Enzo: di 1'31"61 il suo ritardo dal vincitore. Moser è comunque riuscito a precedere specialisti del calibro dello statunitense Taylor Phinney e del britannico Alex Downsett.
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