LONDRA. Una sfida con gli All Blacks tra un mese (17 ottobre) a Cardiff per i quarti di finale. I Mondiali dell'Italia del rugby, quelli della quinta volta del recordman di partecipazioni Mauro Bergamasco, cominciano con questo sogno nel cassetto. Realizzarlo, arrivando secondi nel gruppo D e guadagnandosi quindi il confronto diretto contro i sicuri vincitori del girone C, vorrebbe dire raggiungere un traguardo storico finendo tra le prime 8 del pianeta, impresa finora mai riuscita agli azzurri da quando la Coppa del Mondo è nata nel 1987. Ma la squadra di Brunel, tra polemiche recenti e assenze illustri, deve crederci perchè vuole battere anche i pronostici dei bookmaker di qui, che la indicano perdente con le due rivali più dure del gruppo D, la Francia contro cui gioca oggi nel 'tempio di Twickenham (ieri preso letteralmente d'assalto per Inghilterra-Fiji) e l'Irlanda che molti indicano come probabile semifinalista visto che non è mai stata così forte, nonostante il ritiro un anno fa di una leggenda come Ò Driscoll.
L'Italia è la grande incompiuta del rugby che vorrebbe finalmente realizzarsi e che si presenta anche in questo Mondiale con un ct sicuro partente comunque vada, situazione che già l'ha penalizzata in passato. Ma quel Brunel che se ne andrà dopo il prossimo 6 Nazioni giura che i suoi non si faranno condizionare. Piuttosto potrebbe aver lasciato strascichi fastidiosi la 'vertenzà d'inizio raduno premondiale, quando gli azzurri rifiutarono di allenarsi e venne fuori la storia dei premi legati principalmente al rendimento, e quindi ai risultati. Se ne sono sentite di tutti i colori, poi tutto sembra essere stato ricomposto, e c'è anche chi, come Castrogiovanni, destinerà ogni somma percepita a due enti benefici per l'infanzia. Così dopo i test estivi contro Scozia e Galles, con più ombre che luci nonostante la buona prestazione di Cardiff, non rimane che affidarsi al responso del campo contro una Francia anche lei con il ct (Saint-Andrè) in partenza e divisa da polemiche. Ma giova ricordare che 4 anni fa, in una situazione identica (allora il tecnico che stava per lasciare era Lievremont), fu capace di arrivare a un soffio dal clamoroso trionfo, perdendo 9-8 in finale contro la Nuova Zelanda. Si tratta quindi di un avversario da prendere con le molle, come si è visto anche l'inverno scorso a Roma nell'ultimo 6 Nazioni. I coqs potrebbero comunque essere condizionati dalla pressione di essere favoriti non solo nel match ma anche per il superamento del turno. Per l'Italia invece l'handicap sarà l'assenza dell'infortunato Parisse, che si spera di recuperare per la partita di sabato 26 a Leeds contro il Canada.
«Non dovremo mai mollare per ottanta minuti - dice Leonardo Ghiraldini che oggi sostituirà Parisse nel ruolo di capitano azzurro -. Dobbiamo mettere loro pressione dall'inizio alla fine, ed essere abili durante il match a capire le loro debolezze e a sfruttarle. La Francia è una grande squadra, che poche settimane fa ha battuto l'Inghilterra, e per provare a vincere domani dovremo entrare nell'ultimo quarto di match a contatto nel punteggio. Se giochiamo come sappiamo, e come è nelle nostre possibilità, può succedere qualsiasi cosa». Con che atteggiamento deve stare in campo l'Italia? «Dovremo essere molto concentrati e attenti agli errori individuali dei nostri avversari - risponde Ghiraldini -. I francesi sono completi in ogni reparto, noi abbiamo maggiore esperienza in prima linea. Loro partono spesso male nelle grandi manifestazioni? Se pensassimo a queste cose del passato commetteremmo un grave errore. Sarà invece una battaglia in mischia. Tutto ciò che abbiamo in termini di tecnica, competenze individuali ed esperienza domani dovremo tirarlo fuori». Quanto peserà l'assenza di Parisse? «Uno come lui mancherebbe a qualsiasi nazionale - risponde il capitano di domani -, e per noi è una grave perdita. Ma deve diventare anche un'opportunità per tutti noi, per dimostrare che qui ci sono altri trenta giocatori di alto livello. E poi, come numero 8 Vunisa (equiparato figiano ndr) ha le capacità per non far rimpiangere Sergio».
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