PALERMO. Per scacciare ombre, dubbi e perplessità, l'ItalConte punta sull'entusiasmo e il calore di una Palermo stretta nella morsa dello scirocco, dopo l'opaco successo sui maltesi. Si ha sensazione, respirando l'aria rovente dello stadio Renzo Barbera - dove gli azzurri hanno perso una sola volta, per mano della Croazia, in una tiepida sera d'autunno del 1994 - che l'atmosfera sia diversa rispetto a Firenze. In tutti i sensi. Umori della piazza a parte, ci vorrà un'Italia tecnicamente convincente contro la Bulgaria, per scacciare i fantasmi e colorare d'azzurro il cielo siciliano, apparso subito meno ostile alla Nazionale, al cui aereo è stato impedito di partire dal capoluogo toscano, per via di una forte perturbazione. Decollo spostato a Pisa, con relativo ritardo di sgambatura e conferenza stampa pre-partita.
Il colpo di mano di Pellè giovedì, sommato al pari croato, hanno regalato agli azzurri il primato nella classifica del girone europeo di qualificazione, ma non basta. Ci vuole altro, nella marcia di avvicinamento a 'Francia 2016': orgoglio, determinazione e, soprattutto, gioco, da tempo più che mai un elemento sconosciuto. «Il processo di crescita di una squadra - ha detto il ct Antonio Conte, in conferenza stampa - passa attraverso una serie di fasi: vincere è comunque importante per una squadra. E oggi, contro la Bulgaria, chiedo un solo risultato». Sulle critiche piovute addosso sulla 'suà squadra nel dopo-Malta, Conte risponde senza scomporsi. «Non sono dispiaciuto, perchè fanno parte del gioco: la Nazionale, essendo figlia di nessuno, è soggetta a critiche. Dobbiamo stare zitti e lavorare per vincere».
Conte è pronto a dare una bella rinfrescata all'undici titolare, puntando su elementi di sicura affidabilità, come Daniele De Rossi, cui darà la chiavi del centrocampo. Il centromediano metodista della Roma, con quello che passa il convento, è l'attuale sostituto di Pirlo, più appannato e meno intraprendente del solito contro Malta. Al suo fianco, in un presumibile 4-3-3 votato all'offensiva, Conte dovrebbe schierare Florenzi da una parte e Soriano dall'altra, alle spalle del trio Candreva-Pellè-Zaza. «Zaza - spiega Conte - può giocare con Pellè, così come al fianco di Immobile: possono giocare assieme, come da soli». Resta il fatto che lo juventino non ha alcun minuto nelle gambe e il suo impiego suonerebbe come un controsenso dopo le parole dello stesso ct, che dice di voler puntare su gente il cui impiego è garantito nelle squadre di appartenenza.
Resta il problema del gioco, che spesso è anche sinonimo di buoni risultati, soprattutto quando il livello qualitativo cresce. «Noi cerchiamo sempre di fare del nostro meglio - assicura Conte -. Mi accontenterei di più se, su oltre 20 tiri, centrassimo di più la porta». La formazione è ancora da fare, forse lo stesso ct al momento non ce l'ha in mente. O forse si. «Non posso prevedere come giocherà la Bulgaria, pensiamo a noi e cerchiamo di vincere la partita. La formazione? Domani, alle 20,45, vedrete se gioca o meno Pirlo», le parole di un Conte sempre più ermetico, pronto più che mai a fare 'catenacciò. Qualche indizio traspare. Poca roba, però. E di prospettiva. «Florenzi può essere utilizzato con le squadre che si chiudono, ma anche avversari con un atteggiamento difensivo diverso. A centrocampo ho diverse soluzioni: Marchisio ha delle caratteristiche, Montolivo altre, Valdifiori altre ancora. Quel che conta è come un giocatore riesce a inserirsi negli schemi di una squadra. Per il resto, non c'è alcun problema».
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