WIMBLEDON. Il secondo martedì dei Championships, come da tradizione, è dedicato ai quarti delle donne, che confezionano l'ennesima sfida tra Serena Williams e Maria Sharapova, ultimo vero ostacolo tra la n.1 al mondo e il suo sesto titolo di Wimbledon. Dopo la prova di forza contro la sorella Venus, oggi Serena ha sofferto una partenza in salita. Merito dell'avversaria di giornata, la bielorussa Victoria Azarenka, ex numero uno al mondo, che sembrava aver ritrovato d'incanto i colpi di una volta. L'incantesimo però è durato meno di un'ora, in tempo perchè Serena potesse chiudere in tre set in poco più di due ore (3-6, 6-2, 6-3). Dopo Melbourne e Parigi, l'ambizione della più giovane delle Williams va già oltre i prati di Church Road: all'orizzonte c'è il Grand Slam anche se l'interessata sull'argomento non commenta. «È stata una partita di alti e bassi, ma in qualche modo sono ancora viva. Sono davvero contenta di essere ancora in tabellone», le parole a caldo di Serena. Le mancano ancora due vittorie per il 21/o Slam della carriera: giovedì la attende l'eterna rivale Maria Sharapova, che ha avuto bisogno di due ore e 45' (6-3, 6-7(3), 6-2) per avere la meglio della statunitense Coco Vandeweghe, n. 47 del ranking Wta, una delle sorprese del torneo. «Maria sta giocando molto bene, è una lottatrice - le parole della Williams - Non avrò nulla da perdere. A Wimbledon non ci affrontiamo da un pò di anni». Da tre, per la precisione. Finale olimpica 2012, vinta da Serena. Come due anni prima. Ma se il computo totale è clamorosamente sbilanciato a favore dell'americana (17-2), Maria si può consolare con la vittoria del 2004 sul Centre Court che le assicurò il primo Slam in carriera. La semifinale meno nobile, oppone la spagnola Garbine Muguruza, mai così avanti in uno Slam, alla polacca Agnieszka Radwanska (in parità i precedenti). In meno di un'ora e mezza la n.20 Muguruza ha liquidato la svizzera Timea Bacsinszky (7-5, 6-3); più complicata la vittoria della Radwanska, in tre set sulla statunitense Madison Keys (7-6(3), 6-3, 6-3 in un'ora e 55'). Oggi si è disputato anche l'ultimo set del quarto tra Novak Djokovic e Kevin Anderson, interrotto lunedì sera per oscurità. Dopo appena 45' di gioco (tempo totale tre ore e 47') ha infine prevalso il n.1 al mondo (6-7, 6-7, 6-1, 6-4, 7-5). Per il sudafricano Anderson il rammarico di due palle-break consecutive non sfruttate sul 2-1 del quinto. «È stato uno dei match più difficili della mia carriera, ma sono pronto per il prossimo incontro», il commento di Djokovic che nei quarti, in programma mercoledì, è atteso dal croato Marin Cilic (precedenti 12-0 per Djokovic).