MILANO. «Stare un anno senza vincere è dura, ho ritrovato le sensazioni che conoscevo e sono contento. Al Tour spero di far divertire ancora tutti gli italiani: ci proverò finchè avrò forze». A dirlo, in un'intervista al «Corriere della Sera», è Vincenzo Nibali, confermatosi sabato campione d'Italia. «Sicuramente ero più spensierato due anni fa, ma affronto le corse sempre allo stesso modo: per me cambiare troppe cose non va bene, anche se bisogna cercare di migliorarsi - aggiunge lo Squalo messinese -. È cambiato il mio modo di puntare all'obiettivo, ora è tutto più preciso e definito. Anche se non è vero come ho sentito dire, che penso solo al Tour. Penso anche alle altre corse, ma non sono andato bene come speravo». Si dice che vincere è difficile e rivincere ancora di più. «È un luogo comune - assicura -. Le difficoltà sono le stesse. L'importante è avere un atteggiamento sempre diverso, perchè così gli avversari non sanno come puoi agire». L'anno scorso la prima settimana fu decisiva. «La prima parte del Tour sarà nervosissima, tra l'arrivo sul Muro di Huy e la tappa nel pavè, oltre a quelle sul mare. Saranno giornate complicate. Se ci sarà l'occasione bisognerà guadagnare terreno sul pavè. La ricognizione fatta ad aprile è stata importante. Ci sono tratti di pavè più stretti, alcuni leggermente in su, altri in giù: c'è una curva a 90 gradi in discesa, se piove sarà come sapone...». Poi tante salite: «Si parla poco di La Toussuire, il giorno prima dell'Alpe. Ma ha pendenze irregolari e ha sempre fatto dei danni». Pressioni? «Quello che ne ha meno di tutti è Contador, perchè ha già vinto il Giro. Uno scalino sopra a tutti metto Quintana, subito sotto c'è Froome. Ma attenti anche a Rodriguez, che sta molto bene», conclude Nibali.