Lunedì 18 Novembre 2024

Olimpiadi 2024, il Comune di Roma approva la candidatura

ROMA. Non sarà l'unanimità, che forse era già un sogno prima degli scandali di Mafia Capitale. Ma neanche una fuoriuscita di voti come auspicava qualcuno. Roma ha il sì del suo Campidoglio con 38 voti favorevoli e solo 6 contrari alla mozione di appoggio alla candidatura ai giochi del 2024 votata oggi dall'Assemblea Capitolina. Un sì per alcuni ovvio (come per la maggioranza che lo ha appoggiato fin da subito con il solo Magi a votare contro), per altri più sofferto (come l'intera ala di centrodestra) ma dall'Assemblea Capitolina di oggi emerge comunque un Consiglio più o meno compatto nel sostenere la candidatura alle Olimpiadi del 2024. Una «larghissima maggioranza», come prospettava Malagò poco prima del voto. Un 86,36% che riempie di soddisfazione il Coni e che di certo renderà più sereno anche il Cio e i suoi delegati chiamati a votare nel 2017. «C'è grande soddisfazione, è andata come immaginavamo», dice il vicepresidente del Comitato Promotore, Luca Pancalli, oggi accompagnato dalla general coordinator Claudia Bugno e dal capo di gabinetto del Coni, Francesco Soro. «L'Assemblea Capitolina sostiene e promuove - si legge nella mozione votata oggi - la presentazione della candidatura di Roma ai XXXIII Giochi Olimpici ed ai XVII Giochi paralimpici del 2024 ed impegna il sindaco a presentare formalmente la candidatura e a rappresentare Roma nel complesso percorso che la candidatura comporta, secondo quanto previsto dalle procedure Cio». Il tutto dopo quasi quattro ore di dibattito fitto, a tratti aspro in Aula Giulio Cesare. Un'Assemblea quantomai sofferta fin dal suo inizio, che ha rischiato subito di sospendersi per l'assenza dello stesso Marino (giustificata dalla presidente Baglio per impegni d'agenda legati alle minacce subite dal primo cittadino di Roma stanotte), e con Rossin (FI) e Belviso (Altra Destra) che ne chiedevano la presenza per un voto così importante. Dopo tre ore di discussione che ha visto tra i più intransigenti gli esponenti di Movimento 5 Stelle e Lega, è servita tutta la diplomazia di Marino (nel frattempo piombato in Aula) per far rientrare anche gli ultimi dubbiosi di centrodestra che in aggiunta gli contestavano le frasi sulla destra e le fogne. Alla fine anche Fabrizio Ghera (Fdi) e la stessa Belviso hanno votato a favore unendosi agli appelli dell'ex sindaco Alemanno («Voto sì senza riserve perchè non credo sia in questione andare a decidere oggi sulle polemiche delle settimane scorse») e al capogruppo del Pd, Fabrizio Panecaldo che invitava ad evitare «che un voto 'azzoppatò diventi un argomento nelle mani dei concorrenti». A ricucire la ferita lo stesso Marino che ha chiesto scusa per le frasi sulla fogna: «Da me non sentirete più certe espressioni, ma oggi facciamo il primo passo di un percorso che ci porterà non solo a competere ma a vincere la sfida. Roma ha tutte le carte e l'orgoglio di vincere. Tutti insieme». Sullo sfondo della bandiera olimpica di Roma 1960 e diversi esponenti dello sport Myers, Lucchetta, Leonardo, Santoni e Marasi.  Il voto favorevole lancia Roma una volta per tutte verso questa sfida storica: «Stiamo tutti guardando insieme ad un evento che è collocato al di là dei nostri mandati. Lavorando sulla candidatura prepariamo un futuro per la città. Il nostro è davvero un voto di prospettiva e di sguardo lungo. Ci sta a cuore il futuro della città, il suo orgoglio e la capacità di vincere le sue sfide. Roma ha le carte in regola per vincere», le parole di un Marino che cita Roma '60 e parla di «investimenti in totale trasparenza», tanto per far capire che l'argomento legalità non sta a cuore solo ai grillini. Da Milano, il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, si dice «fiducioso» sul progetto di Roma olimpica. Ovviamente hanno trovato terreno fertile gli argomenti sulle opportunità sciupate in passato sui grandi eventi. Dai mondiali di nuoto 2009 (la vela di Calatrava tra le opere incompiute più invocate dai Grillini) a Italia '90. Starà al Comitato di Montezemolo e alla politica di oggi evitare di cadere negli stessi errori fatti in passato. Ma Roma e l'Italia sono unite e per le concorrenti, da Parigi a Boston, passando per Budapest e forse anche Baku, non sarà una passeggiata.

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