BARCELLONA. Qualche mese fa era nel mirino della critica. Si parlava di un suo possibile esonero, di un allenatore inadeguato alla grandezza del Barcellona, ma Luis Enrique non si è fatto intimorire nè condizionare. È andato dritto per la sua strada, ha conquistato tutti, ha rimontato il Real Madrid, ha vinto la Liga e la Coppa del Re e adesso è pronto per giocarsi la Champions League ed entrare nella storia del club anche da tecnico oltre che da calciatore. Tra il sogno triplete e la realtà, però, c'è la Juventus. I pronostici dicono che il suo Barca è il grande favorito, ma Luis Enrique non è d'accordo e ammette: «della Juve mi preoccupa tutto. Hanno giocatori di grande valore e una proposta di gioco diversa dalle altre. Ormai la vecchia idea del calcio italiano difensivo sta scomparendo, ci sono tanti tecnici che propongono cose nuove e interessanti. Hanno un 11 tipo ben definito, con giocatori importanti e di qualità come Pirlo, è importante che non sia troppo libero di fare il suo gioco perchè sappiamo quello che può fare, ma sono tanti i singoli importanti di questo gruppo. Sono abili a rilanciare l'azione anche con i difensori, persino con Buffon, poi hanno attaccanti come Morata che è un valore aggiunto per la Juve e poi c'è Tevez che garantisce una qualità assoluta. Pogba? Un giocatore molto importante per loro, un talento indiscutibile». Però il Barca ha Lionel Messi. «Leo è il miglior giocatore al mondo, probabilmente il migliore della storia. Si è adattato al modulo del Barcellona giocando accanto a calciatori simili a lui. È il migliore, ma chi lo circonda ha reso possibile tutto questo». Il gran gol con l'Athletic Bilbao è ancora negli occhi di tutti, per Chiellini, però, difficilmente Messi potrebbe ripetere quella giocata contro la Juventus. «Sono certo che potrebbe farlo contro qualsiasi squadra al mondo, lui è il migliore», taglia corto Luis Enrique, affascinato dall'idea di chiudere la stagione con un tris di trofei. «Vincere la Champions League significherebbe centrare il triplete e questo elettrizza tutti. È successo una volta sola nella storia del Barellona e questo la dice lunga su quanto sia difficile. Essere i favoriti è bello dopo aver vinto, ma non lo è prima. Prima devi dimostrare di poter vincere e la Juve è molto simile al BarUa». Il tecnico azulgrana punta anche sui tifosi «sono molto rumorosi e non mollano mai. Sono tra i migliori» e ricorda un particolare legato alla Champions League: «sono stato alla finale di Parigi del 2006 come tifoso del BarUa e mi sono divertito con i miei figli e i miei amici. È stato fantastico». L'ex allenatore della Roma poi torna a concentrarsi sulla Juve: «la squadra di Allegri ha disputato una grande stagione, penso che a Berlino cercheranno di limitare il nostro gioco, noi ci prepareremo come abbiamo sempre fatto, cercheremo di gestire il possesso del pallone, come facciamo sempre. Dovremo pressare al meglio in fase di non possesso e sfruttare al meglio i nostri possessi». Il morso di Suarez a Chiellini è il passato, il suo attaccante ha già pagato per quel brutto episodio del Mondiale brasiliano e l'argomento non affascina Luis Enrique che assicura: «con Luis abbiamo parlato della partita, delle situazioni di gioco e di niente altro». Poi la chiosa finale, un chiaro messaggio alla Juve: «abbiamo affrontato squadre inglesi (Manchester City), francesi (Psg) e tedesche (Bayern Monaco), ci siamo confrontati con avversarie di alto livello per raggiungere la finale, adesso ci siamo e siamo pronti a giocarcela contro la Juventus». Un'italiana. E Luis Enrique il calcio italiano lo conosce bene.