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Fifa, dopo le inchieste Blatter si dimette: entro marzo sarà eletto il suo successore

ZURIGO. Come sempre, sono gli americani che liberano l'Europa dalle dittature. E così dopo giorni di assedio e una specie di revival da Guerra Fredda tra calcio e politica, il colonnello svizzero Sepp Blatter è costretto a dire addio alla sua sempre più scomoda poltrona dopo oltre 17 anni di dittatura pressochè incontrastata. Un rompete le righe per il numero uno della Fifa e i suoi fedelissimi arrivato oggi a sorpresa, ma benedetto da quasi tutto il mondo del pallone e non dopo l'inchiesta dell'Fbi che, tra arresti e accuse di corruzione, ha fatto crollare il castello costruito negli anni dal padre padrone del massimo organo che governa lo sport più bello del pianeta.  Dimissioni che si concretizzeranno al più tardi nel congresso straordinario il 13 maggio 2016 a Città del Messico, ma è possibile che tra dicembre e marzo si riunisca il Congresso  elettivo straordinario. «Continuerò a esercitare le mie funzioni - ha detto Blatter nel corso di una conferenza stampa a Zurigo leggendo un comunicato diffuso pochi minuti prima sul sito ufficiale della Fifa - finchè non verrà scelto un nuovo presidente. Tengo alla Fifa più che a qualsiasi cosa, e voglio il meglio per il calcio, per questo avevo deciso di ricandidarmi alla presidenza. Le elezioni sono finite, ma le sfide che abbiamo davanti no».

Elezioni che, nonostante la bufera che aveva colpito la Fifa solo due giorni prima, avevano lasciato regolarmente al suo posto Blatter. Il tutto nonostante le bordate arrivate dall'Uefa con le parole al fulmicotone di Michel Platini che aveva rilanciato agli occhi del mondo la candidatura alla presidenza della Fifa del principe giordano Alì Bin Al Hussein che non è però riuscito a stravolgere i pronostici della vigilia ma oggi ammette che quella del colonnello svizzero «è la mossa giusta, penso che ora dobbiamo cominciare a pensare al futuro. Sono a disposizione di tutte le federazioni nazionali che vogliono cambiare». E tra queste anche la Federcalcio di Carlo Tavecchio che dopo aver appoggiato il fratello del Re di Giordania già pensa al futuro della Fifa esprimendo soddisfazione per la «scelta giusta» delle dimissioni di Blatter. Platini e Tavecchio hanno un appuntamento per sabato a Berlino, dove oltre alla finale di Champions tra Juve e Barcellona comincia a giocarsi il futuro del calcio mondiale. I presidenti di Uefa e Figc si erano lasciati con un abbraccio venerdì scorso dopo il voto ad Alì, ufficializzato all' Ansa il giorno dopo direttamente da Tavecchio, ma ora i fatti impongono un'accelerazione. Il tutto grazie all'inchiesta, quella che ha portato alla resa di Blatter, ispirata dagli Stati Uniti e messa in atto dall'Fbi, che si è presto trasformata in un caso politico con Paesi pro e contro Blatter.

A prendere le difese del numero uno della Fifa su tutti è stato il leader russo Vladimir Putin rivolgendosi agli Usa con toni da Guerra Fredda con il preciso intento di difendere i Mondiali che si svolgeranno in Russia nel 2018. A chiedere, invece, le dimissioni del colonnello svizzero l'Inghilterra con le parole del premier britannico David Cameron. Dimissioni che sono arrivate solo oggi, ma dopo una imbarazzante rielezione condita da dure dichiarazioni di rivalsa di Blatter contro Platini, il suo vero e unico rivale negli ultimi anni alla guida del calcio che verrà. «Da parte dell'Uefa e del suo presidente c'è stata una vera e propria campagna d'odio. Io - aveva detto il presidente della Fifa dopo la sua rielezione - perdono tutti, ma non dimentico».  Ma, intanto, in un clima sempre più infuocato tra governi che lo attaccano e che lo difendono, a prevalere come spesso è successo nella storia della grandi guerre sono gli Stati Uniti che hanno chiesto e ottenuto la resa di Blatter. «La Fifa - è stato costretto a dire Blatter - ha bisogno di una profonda ristrutturazione: ecco perchè ho convocato il consiglio elettivo straordinario. Tutto sarà fatto nel rispetto dello statuto e coloro che vogliono candidarsi avranno il tempo sufficiente per farlo. Adesso sono libero dai vincoli di un'elezione e potrò concentrarmi nel guidare le profonde riforme che sono necessarie - ha aggiunto Blatter prima di uscire dalla porta di servizio della sala conferenze in cui ha annunciato il suo addio - Da anni lavoriamo ci lavoriamo, ma non basta. C'è bisogno di limiti di mandato non solo per il presidente, ma per tutti i membri del Comitato Esecutivo. Ho lottato per questi cambiamenti, ma come tutti sanno i miei sforzi sono stati bloccati. Questa volta, ci riuscirò. Ho preso questa decisione per il bene della Fifa. Ringrazio quelli che mi hanno sostenuto: quello che conta è che quando tutto questo sarà finito, vincerà il calcio». Forse vincerà proprio il calcio, ma per ora a vincere di sicuro sono stati ancora una volta gli Stati Uniti che a 70 anni dalla liberazione dell'Europa da Hitler hanno deciso di liberare il mondo del calcio dalla dittatura di Blatter.

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