LA SPEZIA. A 23 anni da compiere ad ottobre, Davide Formolo compie l'impresa nella tappa più suggestiva e dura della prima settimana del Giro d'Italia. Il veronese di Negrar, talento della Cannondale-Garmin esploso prepotente sul percorso delle Cinque Terre, compie un piccolo capolavoro pedalando verso La Spezia: se ne va prima dell'ultima salita di Biassa, non molla di un centimetro quando, alle sue spalle, Aru scatena la bagarre e si toglie la soddisfazione di trionfare a braccia alzate, mentre l'australiano Simon Clarke si aggiudica la volata dei battuti e poi esulta come avesse vinto. «Ero troppo emozionato per aver preso la maglia rosa», dirà a freddo. Una maglia che resta in casa Orica-GreenEdge dopo il tracollo di Michael Matthews, che divide l'oscar della delusione con il colombiano Rigoberto Uran, squagliatosi alla prima rampa del Giro. La corsa si caratterizza per un tentativo dalla lunga distanza di un gruppetto che, con il passare delle pedalate, perde pezzi. Tra questi, ovviamente, c'è Formolo, che poco dopo il primo passaggio a La Spezia, Formolo scatta, anche perchè il suo capitano, Hesyedal, è dato in difficoltà. L'azzurro fa il vuoto e mette in crisi gli altri battistrada, tutti tranne Visconti e Moinard, che escono al contrattacco. Dietro, Rosa e Tiralongo tengono al coperto Aru, mentre Contador resta da solo troppo presto. Lo scalatore sardo, a circa 11 chilometri, prova l'assolo ma Contador e Porte rispondono alla grande, mentre Uran decide di salire su con il suo passo, finendo poi in evidente crisi. I tre big riprendono gran parte dei fuggitivi, Formolo stringe i denti e passa in testa sul Gpm di Biassa, lanciandosi in discesa verso un successo che più nessuno potrà più togliergli. Nemmeno quel Clarke che, dopo aver sprintato, prima gioisce e poi si mette le mani nei capelli, consolandosi però con una maglia rosa più che meritata. Dalla Liguria alla Toscana per il primo arrivo in salita. Domani, mercoledì, si disputa la quinta tappa, la La Spezia-Abetone di 152 chilometri con un traguardo in quota impegnativo ma non certo impossibile, anche per i corridori che soffrono le pendenze. La prima asperità di giornata è il Gpm di terza categoria a Foce Campinelli, dopo 57,6 chilometri di corsa. Poi, rifornimento a Castelnuovo Garfagnana, poi i traguardi volanti a a Barga (Km. 97,1) e Bagni di Lucca (Km. 114,6). Il finale è rappresentato dalla salita verso Abetone, 17 chilometri con pendenza media del 5,4% e massima del 10. C'è spazio per gli attaccanti, anche se verso la meta la strada spiana e non offre particolari grattacapi. Peccato manchi Domenico Pozzovivo, caduto rovinosamente ieri per fortuna senza gravi conseguenze. Il lucano, che dovrebbe lasciare l'ospedale già domani, sarebbe stato a suo perfetto agio su un tracciato del genere.