NAPOLI. Per il Napoli solo un pari in casa col Dnipro, Fiorentina travolta a Sivilia. Le semifinali di andata di Europa League non sorridono alle squadre italiane.
NAPOLI. Il caro, vecchio, italianissimo catenaccio degli ucraini ottiene il massimo risultato. Il Napoli non va al di là del pareggio (1-1) con il Dnipro nella gara d'andata della semifinale di Europa League. Per raggiungere la finale, fra una settimana a Kiev nella gara di ritorno, servirà una vera e propria impresa. Sul risultato pesa la posizione di fuorigioco di Seleznyov autore del gol ucraino, ma complessivamente le colpe della mancata vittoria si possono attribuire soprattutto al Napoli, incapace di trovare il bandolo della matassa e autore di una clamorosa dormita in occasione del pareggio, segnato peraltro in sospetta posizione di fuorigioco.
Il Dnipro è esattamente la squadra che ci si aspettava, vale a dire un complesso di media levatura ma che riesce ad esprimere il meglio di sè puntando tutto sul catenaccio. Così per tutto il primo tempo il Napoli sbatte la testa contro la difesa avversaria. In alcuni momenti della gara il Dnipro arriva a difendere con sei uomini sulla stessa linea, perchè Kankava e Fedorchuk si schiacciano fin sulla riga che delimita l'area di rigore ed impediscono ai trequartisti azzurri di sfruttare la terra di mezzo fra centrocampo ed attacco. Il tema della gara è uno soltanto: gli attacchi del Napoli che, impossibilitato a portarli per linee dirette, è costretto a girare continuamente intorno al muro difensivo avversario. I partenopei, però, sono troppo lenti ed il gioco è quasi sempre scontato, la manovra a volte perfino stucchevole.
Nel primo tempo gli azzurri si rendono veramente pericolosi solo una volta, quando colpiscono il palo esterno con un improvvisa conclusione dalla distanza di Insigne che sorprende il portiere Boyko. Gli ucraini si fanno vedere nella metà campo azzurra pochissime volte e soltanto in una occasione Andujar deve deviare in angola una conclusione dalla distanza. Nel secondo tempo il Napoli si presenta in campo più aggressivo e determinato ed i frutti si vedono non tanto per il gol, che gli azzurri trovano subito, dopo 4 minuti e che arriva su deviazione di testa di David Lopez da corner, quanto per un consistente numero di occasioni da gol che riesce a produrre. Evidentemente gli azzurri trovano le misure giuste per entrare nella retroguardia degli ucraini che, imperturbabile, continua a rimanere ermeticamente chiusa a riccio. Higuain si fa trovare solo davanti a Boyko per tre volte ma gli tira sempre addosso. Gli azzurri cercano con insistenza il gol del raddoppio che li metterebbe in una condizione di maggiore tranquillità, ma basta poi una delle solite distrazioni difensive per consentire agli ucraini di trovare un gol che potrebbe risultare fatale. Negli ultimi minuti che rimangono da giocare il Napoli si riversa nell'area di rigore degli avversari ma non riesce più a rendersi pericoloso. Ora servirà un miracolo in Ucraina, altrimenti il sogno di giocarsi nuovamente, dopo 26 anni, una finale europea rimarrà nel cassetto.
SIVILIA. Il biglietto aereo della Fiorentina per la finale di Europa League a Varsavia adesso costa caro, dopo il 3-0 rimediato al caldissimo Sanchez Pizjuan stasera dal Siviglia. E probabilmente Montella e i suoi ristudieranno, con qualche rimpianto, la partita di stasera nella quale la Fiorentina ha avuto forse più occasioni degli spagnoli senza riuscire a concretizzarle e dimostrando alcune timidezze rivelatesi poi fatali davanti alla porta avversaria. La prima su tutte quella di Mario Gomez, dopo pochi minuti di gioco, e poi quelle di Mati Fernandez. Poco lo spazio lasciato dagli onnipresenti Krychowiak, Tremoulinas, M'bia e dallo stesso Bacca ai tentativi di Salah. E poco ha potuto la generosità di Borja Valero, Tomovic e Joaquin, che ha totalizzato un record di fischi dal tifo di casa per la sua vecchia militanza nel Betis, avversario storico del Siviglia. Ci hanno pensato le geometrie degli uomini di Emery, soprattutto la doppietta di Vidal sigillata dal gol dell'appena entrato Gameiro, a rendere tutto più difficile nella partita di ritorno a Firenze il 14 maggio. "Dopo il secondo gol non eravamo più la Fiorentina. Ma nella finale c'è una possibilità, e ce la dobbiamo giocare", commenta alla fine Gonzalo Rodriguez.
Almeno quattro le occasioni viola nel primo tempo: la prima appena dopo 5' di gioco con un tiro di Gomez alto sulla traversa. Poco dopo è Rico che esce dai pali e sventa di testa un pericoloso lancio lungo per Salah. Ed è ancora il legno orizzontale della porta spagnola ad essere quasi sfiorato questa volta da un tiro al 23' di Mati Fernandez servito dall'egiziano che ci riprova quasi subito guadagnando però solo un calcio d'angolo. Ma la Fiorentina sembra soprattutto subire le triangolazioni del Siviglia contenute con un po' di fatica dalla difesa viola, come quella a conclusione della quale, a 10' dal fischio d'inizio, Bacca tira da poco fuori area parato però senza problemi da Neto. Al 17' è lo stesso schema, con la palla che gira da destra a sinistra e toccata da Bacca finisce su Vidal che non ha difficoltà a centrare la porta di Neto. E' ancora Mati a guidare le danze nella costruzione viola del gioco nell'area spagnola ed è sempre lui che ci prova, ma con poca convinzione, non vedendo peraltro Salah in posizione migliore. Nervi tesi quando, su una punizione calciata dallo stesso Mati e respinta da Rico, Gonzalo che era pronto a saltare, abbraccia il portiere del Siviglia che va a terra. Le proteste spagnole non convincono però Brych, che del resto aveva lasciato giocare anche su una caduta di Salah in area.
Nella ripresa la Fiorentina mostra qualche ulteriore timidezza e sui viola sembra pesare molto il clima da bolgia del Sanchez Pizjuan Stadium in un secondo tempo nervoso che comincia subito con un'ammonizione a Carrico (tutti nel secondo tempo i gialli) per un fallo pesante proprio su Joaquin. Ci prova Badelj al 5' st, senza riuscirci, ed è sempre il giocatore viola che un minuto dopo con un errore offre una ghiotta occasione a Vidal, che non ci pensa a sprecarla raddoppiando il suo personale risultato. Proprio Badelj al 22' st esce dal campo con la testa fasciata dopo uno scontro con M'Bia, anche lui costretto a lasciare il terreno di gioco. Poco dopo al 30' st è Gameiro, entrato per l'applauditissimo Bacca, vero regista della partita, a centrare il terzo gol servito dall'immancabile Vidal. A poco servono i tentativi estremi viola, compreso un delizioso quanto inutile pallonetto di Pizarro.
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