MILANO. L'Inter ritrova il suo profeta Hernanes e il suo bomber Icardi che le regala il gol della vittoria su una Roma sempre più smarrita. Si riapre la corsa all'Europa grazie ai 45 punti in classifica, cinque in meno della Sampdoria (quinta) e a quattro dalla Fiorentina (sesta). A San Siro finisce 2-1, con il gol del momentaneo pareggio dei giallorossi firmato di Nainggolan. La Roma resta a 58 punti insieme alla Lazio che domani contro il Chievo proverà il sorpasso. I nerazzurri ci mettono il cuore e tanta volontà, ci credono fino alla fine e riescono a sfatare il tabù di San Siro dove non riuscivano a vincere dall'8 febbraio. Il successo contro i giallorossi mancava addirittura dal 2011. Eppure, i tredici punti di differenza tra le due squadre non fotografano la partita. I progressi dei nerazzurri sono tangibili e le scelte di Mancini - stasera meno compassato del solito - sono quelle giuste. C'è Gnoukouri che riceve l'applauso caloroso e meritato di San Siro, fuori ancora una volta Kovacic e Shaqiri (che entreranno nel secondo tempo), Hernanes titolare dietro le due punte Icardi e Palacio. Garcia gioca a viso aperto, vuole conservare il secondo posto e - per vincere - si affida a Totti, con Ibarbo e Gervinho. Una scelta coraggiosa ma improduttiva almeno nel primo tempo con i giallorossi che faticano a segnare. Le squadre scendono in campo con una buona dose di aggressività e intensità: subito un tiro per parte con Brozovic e De Rossi. Poi, allo scadere del quarto d'ora, il primo acuto della partita. Lo regala Hernanes con un gol alla sua maniera: praticamente da fermo, il brasiliano scarica nell'angolino un sinistro imprendibile per De Sanctis. Capriola classica per i festeggiamenti dell'ex laziale che libera i suoi compagni dalla paura e sblocca una partita piuttosto complicata. La Roma reagisce immediatamente con il palo di Ibarbo ma gli errori dei capitolini pesano: non si capiscono Nainggolan e Gervinho, piccolo screzio fra i due. La partita è tesa, a tratti dura. Orsato lascia correre ma poi mette mano ai cartellini gialli e ammonisce Palacio e Yanga-Mbiwa. Guarin rischia per un fallo su Holebas che suscita la protesta di Mancini e del dirigente Romeo, costretto a lasciare la panchina anzitempo. Ancora tensione e proteste per un presunto fallo di mani di Manolas che ostacola Icardi dopo un millimetrico lancio di Gnoukouri. La partita è piena di errori e imprecisioni: nella difesa interista svetta finalmente Vidic, indecisioni eccessive invece da parte di Ranocchia, sempre bravo e generoso Palacio, Icardi sciupa ma alla fine si conferma goleador di razza. La Roma risponde con un grande Nainggolan, autorevole e grintoso in campo. Soffre invece Pjanic, che addirittura chiede la sostituzione. Male Gervinho, buona la prova di Holebas. La squadra di Garcia cerca la vittoria e, nel secondo tempo, scende in campo con maggiore determinazione anche se Icardi getta alle ortiche una doppia occasione. Sembra una serata stregata per lui soprattutto quando al 18' Nainggolan trova il pareggio grazie a Pjanic il quale approfitta di un errore di Ranocchia. Al 20' ancora l'Inter potrebbe passare in vantaggio: Palacio cade sulla soglia dell'area di rigore, palla a Guarin che scarica su De Sanctis. La Roma manovra sulla trequarti, ma i suoi tentativi sono sterili, l'Inter è attenta e guardinga. Al 39' Icardi butta via l'ennesima occasione, praticamente un rigore ma al 43' finalmente arriva la rete liberatoria dell'argentino che trafigge De Sanctis. Il finale è tutto nel segno nerazzurro che colleziona occasioni con Palacio e Podolski. Ultimi secondi a nervi tesi, ammonizioni bipartisan e proteste della Roma che non ci sta. L'Inter ce la fa, batte la Roma e può rilanciare le sue residue ambizioni in un'annata altalenante e difficile. Mancini spera di costruire la squadra del futuro insieme a Thohir e, questa volta, il suo ottimismo è servito a dare fiducia e carica a un gruppo comunque in crescita. Per la Roma momento difficile, la classifica non si muove e le concorrenti incalzano. Garcia non riesce a sbrogliare una difficile matassa e rischia grosso: in palio c'e più dell'accesso alla Champions, ci sono l'orgoglio e la dignità di una grande squadra. Otto punti in sei partite sono davvero un magro bottino.