SOFIA. Un lungo sospiro di sollievo, dopo 90 minuti di batticuore: per l'Italia di Antonio Conte in Bulgaria arriva ancora un pareggio, dopo quelli autunnali contro Croazia e Albania. Ma il 2-2 di Sofia, regalato in extremis da un guizzo dell'oriundo esordiente Eder, ha un sapore diverso, perche' gli azzurri hanno a lungo rischiato di perdere e finire impantanati oltre che sul terreno di gioco pesantissimo dello stadio Levski in una crisi dagli esiti imprevedibili. Finire sconfitti, anche alla luce della grande differenza di quotazione tra gli azzurri e i padroni di casa (decima posizione in classifica Fifa contro settantunesima), avrebbe rinfocolato le polemiche che sempre accompagnano il ct azzurro, in particolare per il suo rapporto con quella che fu la casa madre juventina. Invece, seppure a capo di una gara assai discutibile sul piano tecnico, con gli azzurri sempre sotto ritmo e molto spesso privi di qualità, è arrivato un pareggio che consente di rimanere a tiro a tiro della Croazia, capolista del girone (13 punti contro gli 11 dell'Italia) e di staccare ulteriormente la terza forza Norvegia. Fatto sta che le poche attenuanti di giornata sostanzialmente si esauriscono nelle assenze dei centrocampisti titolari, e si bilanciano con il fatto che la gara si era anche messa bene in avvio con il fulmieo vantaggio azzurro. E che la nazionale debba ringraziare l'ultimo arrivato, e il suo bisnonno friulano che gli e' valso la cittadinanza italiana, e' sicuro motivo di riflessione per Conte. L'ironia della sorte aveva regalato l'ennesimo colpo di scena nell'immediato pre-gara: attacco influenzale per Buffon e sostituzione dello juventino con Sirigu. Fatto salvo il portiere, formazione e modulo azzurri erano quelli annunciati: trio difensivo bianconero con Barzagli-Bonucci-Chiellini, Darmian e Antonelli esterni in un centrocampo affidato al metronomo Verratti e alla corsa di Candreva e Bertolacci. In avanti Zaza e Immobile. A sorpresa, complici la crisi e l'allarme sicurezza delle autorita' bulgare, era invece semivuoto lo stadio: ma gli 8 mila spettatori si facevano sentire. Anche perche' dopo un avvio da film dell'orrore (alla prima azione un liscio di Minev su lancio profondo di Verratti liberava Immobile, che si faceva deviare il tiro in angolo e al 4' un intervento maldestro su cross dalla sinistra dello stesso centrale difensivo che si trasformava in autogol), la Bulgaria incredibilmente mandava nel pallone gli azzurri di Conte. A centrocampo la nazionale italiana faceva poco filtro, la difesa e soprattutto Bonucci ballavano: cosi' su Alexandrov al 7' era costretto al salvataggio Verratti, e tre minuti dopo un intervento a vuoto di Bonucci liberava al tiro dal limite dell'area Popov, che con un gran destro realizzava. Passava solo qualche minuto e i padroni di casa andavano sul 2-1: su cross dalla destra era Mikanski a mettere in rete di testa. La gara diventava una pattinata continua, e certo il campo non favoriva chi era costretto a rimontare. Ma l'Italia di suo ci metteva una chiara incapacita' ad assecondare la manovra ispirata (peraltro in maniera intermittente) da Verratti, e una sconsolante pochezza in avanti nel duo Immobile-Zaza. Cosi' l'unica altra vera occasione del primo tempo era per i bulgari, con una traversa su punizione di Popov al 37'. Nella ripresa trascorrevano piu' di dieci minuti di impotenza offensiva azzurra prima che Conte provasse a porvi rimedio con l'innesto dell'esordiente Eder al posto di Zaza. Il primo tiro arrivava al 15' (Verratti, alto). Poi al 23' finalmente un'occasione vera, quando una respinta d Mihaylov liberava Bertolacci da buona posizione: il su tiro pero' era sbilenco come la serata azzurra. Entravano Soriano per Bertolacci e Gabbiadini per Antonelli, ma quando Chiellini sprecava con una svirgolata di sinistro a due passi dalla porta al 35', sembravano perse tutte le speranze azzurre. Invece al 37' una magia di Eder salvava la serata della nazionale: il sampdoriano riceveva la palla da Chellini spalle alla porta, si girava e con un gran tiro metteva in rete. Due minuti dopo Gabbiadini sciupava da distanza ravvicinata un'opportunita' clamorosa. Ma il ribaltone finale forse sarebbe stato un premio eccessivo per gli azzurri.