SOFIA. Senza Marchisio, e con molte inquietudini in più: la nazionale di Antonio Conte arriva allo snodo di Sofia con la brutta sorpresa dell'infortunio al suo uomo di maggior peso al centro del campo e l'inevitabile, ulteriore, addensarsi di nubi sul rapporto tra la federcalcio italiana e la Juventus.
La pista bulgara, che - nelle intenzioni del commissario tecnico - deve far svoltare in maniera decisa verso l'europeo di Francia diventa improvvisamente più difficile da percorrere: niente di davvero insormontabile, ma le implicazioni tattiche e psicologiche rendono la gara di domani, da tempo considerata «a rischio» sul piano della sicurezza, con più di 1000 agenti nelle strade di Sofia a evitare le violenze annunciate da molti ultrà, complicata anche sul piano del risultato. Agli azzurri servono punti, e il plurale è d'obbligo, per arrivare alla sfida al vertice del girone in programma il 10 giugno a Zagabria approfittando dello scontro di domani tra i croati e la Norvegia, terzo incomodo del gruppo.
E vincere senza i centrocampisti titolari degli ultimi tempi, gli infortunati juventini Pirlo e Marchisio e il romanista De Rossi escluso per l'insoddisfacente stato di forma, è tutt'altro che scontato. Anche se un Conte infuriato per le polemiche sull'infortunio di Marchisio tenta di smorzare le preoccupazioni buttandola sul piano tattico. «Fuori Marchisio, gioca Bertolacci: non cambia niente». Intende sul piano tattico, il modulo. Ma è evidente che vuole dare un segnale. Digrigna i denti, infatti, mentre inseguito dalle domande butta lì concetti da barricata. «Io non mi devo abituare alle polemiche, vivo perennemente nelle polemiche. Ma non c'è problema, anche se mi dà fastidio che mi vogliano mettere contro il mio passato. John Elkann? Quelle cose sul lavoro eccessivo non me le diceva quando allenavo la Juve?». E la Juve vinceva anche allora, sottintende. Anzi, vinceva in maniera prolungata.
Concede un «Marchisio è comunque un giocatore importante», Conte, prima di indossare di nuovo l'elmetto: «Sull'infortunio però ha spiegato tutto molto bene il medico azzurro Castellacci». Che l'ha definito «assurdo, paradossale». A pensarci bene, come la conferenza stampa del commissario tecnico azzurro, al termine della quale, guidati dall'allenatore Penev e dal ripescato Bojinov, compaiono gli avversari di domani, attoniti e mai citati da un Conte che sfugge al passato ma non pensa al futuro: «Io mi fermo a domani, alla gara con la Bulgaria». Che affronterà, guarda caso, con una difesa presa di peso dai suoi trascorsi juventini, il trio
Barzagli-Bonucci-Chiellini davanti a Buffon. Nel solito 3-5-2, messo fuori causa da un infortunio Pasqual, gli esterni saranno Damian e Antonelli, mentre al fianco di Verratti con Candreva confermato a destra, a sinistra come da annuncio del ct giocherà Bertolacci. In avanti Zaza e Immobile, attaccanti da tempo in crisi di identità nelle loro squadre.
Per battere la Bulgaria modesta del terzo millennio, in situazione normale dovrebbe bastare: ma in tempi di guerra come quelli che vive la nazionale di Conte fino a domani non è dato sapere.
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