MILANO. Vince solo il Napoli con un poker in Turchia, pareggiano le altre italiane impegnate nei sedicesimi di Europa League.
L'Inter viene beffata ancora una volta al 93' e anche il Celtic sfrutta una disattenzione nei minuti di recupero trovando un giusto pari. A Glasgow finisce 3-3, una gara ricca di emozioni e colpi di scena. Così nel ritorno a San Siro, basterà un pari con meno di tre gol subiti per centrare la qualificazione. Tra i nerazzurri meritatamente sotto i riflettori vanno Shaqiri, il migliore, e un Palacio che mette a segno una doppietta. La scelta di Mancini di lasciare Kovacic in panchina, per la quarta volta, viene quindi premiata. Ma preoccupano, ancora, le incertezze difensive e il passo indietro di Guarin, Kuzmanovic e Icardi. Manca ancora un pò di maturità all'Inter, che si fa recuperare due volte anche un doppio vantaggio. E la strada è ancora lunga.
DOPO LO SCACCO ALLA CITTA', TRISTE PAREGGIO DELLA ROMA CONTRO GLI OLANDESI. Nel giorno della devastazione e del terrore porta a porta, per la guerriglia urbana inscenata dai seguaci del Feyenoord nel cuore della Capitale, la Roma non è riuscita a sfatare un grande tabù: quello dell'Olimpico, dove - entro il 90' - non riesce a vincere dal 30 novembre.
In Europa, il digiuno è addirittura interminabile, visto che il successo non arriva dal 17 settembre scorso (5-1 al Cska, in Champions). L'1-1 con il Feyenoord è un risultato che pregiudica in parte il cammino nell'Europa League: a Rotterdam, contro una squadra solida, nella quale spicca qualche buona individualità, servirà l'impresa. La Roma, questa Roma in particolare, non è in grado di portarla a termine. A meno che non ritrovi la strada smarrita.
Le ferite ai monumenti della città bruciano, i dubbi legati allo stato di forma dei giallorossi restano. La Roma sembra rianimata dal giovane Verde, ma non dura molto e ogni suggestione cromatica svanisce, come la vena combattiva di una squadra che non riesce proprio a ritrovarsi. Verde - con le sue accelerazioni - cerca di scuotere una squadra che procede in folle e che deve lavorare molto per riprendere a correre, almeno in campionato. Contro il Feyenoord solo lampi di 'vera' Roma, soprattutto nelle ripartenze, ma anche un atteggiamento più attento da parte di alcuni reparti apparsi piuttosto svagati nelle ultime uscite, come quello difensivo. Ma basta il gol di Kazim Richards a individuare il nervo scoperto di una squadra che non sa più vincere. Almeno in casa. Garcia rilancia Totti (per lui 94/a presenza nelle coppe) e punta su Gervinho, lasciando a riposo Florenzi e Ljaijc. Ma è la serata di Verde, che corre per tre e non molla mai il pallone.
La Roma tasta il polso ai rivali venuti da Rotterdam, aspettandoli inizialmente nella propria trequarti. La squadra di Garcia, però, all'8' spezza il possesso-palla olandese, con una grande discesa di Verde sulla destra, il pallone perviene a Gervinho, che viene disturbato al momento del tiro da Wilkshire e calcia fuori. Passano 2' e Verde questa volta serve Totti, disturbato da una deviazione del portiere, il pallone torna a Verde che calcia alto.
Il gol arriva al 22': Torosidis pesca in area Gervinho, bravo a deviare di tacco in porta. La Roma potrebbe spiccare il volo e invece frena, 'rianimando' gli avversari. Al 25' Gervinho, servito ancora da Verde, fallisce il raddoppio, poi al 33' chiude la serie delle azioni belle da vedere ma senza esito, con un fraseggio alla mano Totti-Gervinho-Totti-Verde, che chiude alto. Nella ripresa il Feyenoord trova quasi subito il gol: è il 10' quando un colpo di testa di Immers costringe Skorupski a un miracolo per deviare sull'incrocio, riprende Kazim Richards che insacca. La Roma accusa il colpo e, per poco, il Feyenoord non passa con El Ahmadi, quindi con Richards, che sembra indiavolato e mette a dura prova Manolas. Una mancata presa di Skorupski fa rabbrividire i tifosi giallorossi, ma il pallone finisce in angolo: l'assalto finale produce una doppia palla-gol fallita da Doumbia, prima intercettato da Boulahrouz, miracoloso nel salvataggio a pochi passi dalla porta, poi troppo lento nell'impatto con il pallone del 2-1. Eppure, questo risultato avrebbe permesso alla Roma di imbarcarsi per l'Olanda con qualche speranza in più nella valigia.
IL BUON PAREGGIO DEI VIOLA A LONDRA. Montella esce indenne dalla temutissima trasferta londinese, la sua Fiorentina si conferma imbattibile in Europa League e centra un 1-1 che rispecchia alla perfezione l'andamento di una partita parecchio gradevole nel primo tempo (non solo per i gol di Soldado e Basanta), più tattica nella ripresa, dove a dire il vero sono i viola ad andare più vicini al colpaccio nonostante gli ingressi di Kane e Lamela. Pochettino sceglie la via del turnover, tenendo in panca tra gli altri Lamela e Kane, ma al 6', dopo un intervento monstre di Tatarusanu su Chadli, il Tottenham passa. Corner di Paulinho, Pasqual si dimentica di Soldado che con un gran destro al volo fa secco Tatarusanu. È iniziata come peggio non poteva la serata del White Hart Lane per la Fiorentina, che Montella ha voluto di nuovo con il 3-5-2: Salah con Gomez in avanti, Pizarro davanti alla difesa con Mati e Borja ai fianchi, fasce presidiate da Joaquin e Pasqual. Il Tottenham, come di consueto, va a folate affidandosi alla rapidità di Townsend e Chadli ma rischia sulla prima iniziativa di Salah, fortunato nel rimpallo, e rimontato in extremis da Vertonghen. Goccia viola nel mare Spurs.
Il Tottenham è pericoloso con Eriksen, Soldado e Paulinho, Savic rischia il rigore per una trattenuta su Fazio: non è una bella Fiorentina, troppo timorosa e che soffre maledettamente il pressing inglese. Gomez al 33' reclama per un'entrata ai suoi danni in area di Vertonghen sulla quale Velasco Carballo non interviene, ma tre minuti dopo ecco l'insperato pari: Lloris respinge sulla schiena di Savic una punizione al veleno di Mati Fernandez, prontissimo Basanta che da due passi firma l'1-1. La Fiorentina si scrolla di dosso le paure, ma che rischio al 44'! Tatarusanu non è granchè sul colpo di testa di Soldado, Chadli a porta vuota centra la traversa. Al rientro, sotto la pioggia, ecco la Fiorentina con la difesa a 4 e subito pericolosa: Salah sfiora il palo a Lloris battuto. I pericoli per Montella sono sempre sulle fasce, quando accelerano Chadli e Townsend sono dolori ma Rodriguez e compagni riescono a tenere botta. Poi Pochettino decide di giocarsi la carte Kane e Lamela, ma in contropiede si vede finalmente Gomez con un'azione personale. Paulinho impegna Tatarusanu, attento su Soldado. Un'iniziativa di Alonso quasi manda Gomez al tap-in vincente, nel finale Rodriguez e Basanta faticano ad arginare la furia di Kane. Ci sarà da lottare e soffrire tra una settimana, ma la Fiorentina matura e attenta vista stasera ha tutte le carte in regola per continuare il sogno europeo.
TORINO. Delusione granata, al ritorno nell'Europa che conta. La festa - stadio pieno, ambiente 'gasato', coreografie da serata di gala - si affievolisce con il 2-2 finale che costringe la squadra di Ventura all'impresa nel ritorno al 'San Mames', se vuole passare il turno. Non basta la doppietta di uno scatenato Maxi Lopez, l'Athletic rimedia e sfiora il colpaccio dopo avere rischiato il ko. Per il Toro è stata una corsa ad handicap: dopo 9' Maksimovic ha lasciato passare Viguera e Williams, l'attaccante scelto da Valverde per sostituire il bomber Arduriz, ha battuto senza scampo Padelli. Ma i granata non si sono lasciati abbattere dall'imprevisto ed hanno impostato un'ottima gara d'attacco riuscendo a ribaltare il risultato nei primi 45', superando l'ansia di inizio partita. Spinti da Molinaro e Darmian sulle fasce, con El Kaddouri ispirato e la vivace coppia d'attacco Maxi Lopez-Martinez (preferito a Quagliarella), i granata hanno messo alle corde i baschi, anche se Williams (14') ha sfiorato il raddoppio. Maxi Lopez di testa e di piede ha galvanizzato l'Olimpico. Il 2-1 era stretto per la squadra di Ventura, vicina al terzo gol nei primi 10' della ripresa. Poi il Torino ha esaurito la benzina ed il tecnico dell'Athletic Bilbao ha mischiato le carte, cambiato modulo. E' cominciata un'altra partita, in salita per il Toro ed il cambio totale della coppia d'attacco - prima Quagliarella per Martinez poi Amauri per Maxi Lopez, ha ridotto la pericolosità offensiva. I baschi hanno trovato il pareggio in mischia, poi hanno sfiorato un 3-2 che sarebbe stata punizione immeritata: Sola ha colpito la traversa, con un colpo di testa, ed una punizione di Benat ha sfiorato il palo. "E' chiaro - dice Ventura - che adesso il Bilbao è favorito, ma nulla è perduto. Ed abbiamo costretto l'allenatore dell'Athletic a provare moduli inediti per loro. Ha fatto gol su nostro clamoroso errore e su una 'spizzicata' di testa in mischia, altri tiri in porta non ne ho visti. La corsa è in salita, ma - chiude - non è finita".
NAPOLI. Un allenamento o poco più. Il Napoli sbanca a Trebisonda, dà una lezione severa al Trabzonspor ed ipoteca la qualificazione agli ottavi di finali di Europa League. La gara di ritorno, dopo il 4-0 in Turchia, si preannuncia come una formalità. A Trebisonda, in condizioni ambientali difficili, i partenopei mostrano una prova di forza notevole che chiude le polemiche e sgombra il campo dai timori che avevano inquinato l'ambiente dopo la sconfitta in campionato con il Palermo. Gli azzurri mantengono costantemente il possesso della palla ed i turchi rimangono sorpresi e schiacciati sotto il peso della straripante superiorità tecnico-tattica degli avversari. La tanto temuta aggressività del Trabzonspor non si vede mai. La partenza degli azzurri è bruciante. Dopo 26 minuti di gioco la squadra di Benitez è in vantaggio per 3-0 e nel corso del primo tempo Ankan rischia di capitolare in diverse altre circostanze. Il Napoli fa girare costantemente la palla a due tocchi ed i turchi non riescono mai ad avvicinarsi alla porta di Andujar. Nel secondo tempo i padroni di casa sono un pò più aggressivi e decisi, ma il risultato non cambia. In questa fase della gara gli azzurri assumono un atteggiamento più prudente e fanno partire appena è possibile i loro attaccanti con azioni veloci e ficcanti. Durante tutta la partita risulta evidente la grande sintonia e l'affiatamento raggiunto tra Higuain e Gabbiadini. I duetti tra i due mettono spesso e volentieri in crisi centrocampo e difesa del Trabzonspor. Il Napoli potrebbe arrotondare ancor di più il risultato nel finale di gara. Mertens, però, sbaglia un calcio di rigore e subito dopo spreca un'altra occasione, a tu per tu con il portiere. Per il 4-0 ci pensa Zapata a pochi secondi dalla fine per un trionfale poker degli azzurri.
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