ROMA. Un passo indietro dopo quelli in avanti dei test match di novembre. L'Italrugby parte male nel nuovo 6 Nazioni, passando un'ora a contenere le avanzate dell'Irlanda campione in carica, prima di ritrovarsi in dieci dal 24' della ripresa e incassare due mete nel giro di tre minuti (dal 25' al 27' st) che l'hanno mandata al tappeto. Finisce 3-26 ed è giusto così, vista la pochezza del gioco azzurro, dove ancora una volta manca un mediano di apertura all'altezza (Haimona delude, privo com'è di inventiva, e alla fine gli viene anche ingiustamente annullata una meta, dopo consulto fra l'arbitro e il Tmo alla moviola) e poi perchè, come fa notare capitan Parisse alla fine, "non puoi pensare di difendere per l'intera durata di una partita". L'Italia di oggi sembra quella dei tempi di Nick Mallett, e infatti crolla di schianto dopo un'ora, come accadeva allora, ma stavolta non solo per l'esaurimento della 'benzina' ma anche per via del cartellino giallo sventolato a Ghiraldini per un inutile fallo che lascia la squadra in inferiorità numerica in quei dieci minuti che si rivelano fatali. Infatti appena sessanta secondi dopo l'Italia rimasta in 14, e che vince la metà delle touches rispetto agli avversari (disastroso il gioco sulle palle alte di Parisse e compagni), incassa la prima meta con Murray che vola oltre la linea azzurra. Non c'è neppure il tempo di riprendersi, visto che passano altri due minuti e anche O'Donnell, dopo aver evitato un paio di avversari, si tuffa tra i pali avversari e guadagna ai suoi altri 5 punti. Il resto lo fanno la precisione al piede del nuovo numero 10 Keatley, sostituto dell'infortunato Sexton e oggi all'altezza del titolare (14 punti per lui) e la trasformazione della seconda meta da parte di quel Madigan che nel quarto d'ora finale rileva proprio Keatley. A ravvivare il gioco dell'Italia non basta il tardivo ingresso in campo di Allan, più adatto dei presunti pari ruolo ad indossare la maglia numero 10, mentre Masi continua a fare errori e questo è un altro segno che per gli azzurri è proprio una giornata storta. Nell'Irlanda rimane in campo fino al termine il pilone McGrath, quello che negli spogliatoi dell'Olimpico si è cambiato sedendosi dove di solito va Francesco Totti e ha confessato ai 'media' del suo paese di essersi emozionato pensando all'onore toccatogli nel nome del capitano della Roma. Il problema è che nell'occasione la Roma balbettante di questi ultimi tempi è sembrata l'Italia di Brunel, e per l'Irlanda è stato tutto troppo facile. Alla fine c'è stato anche qualche fischio, segno che l'entusiasmo del popolo del rugby, almeno a Roma, comincia a non essere più quello di una volta.