TORINO. Ha portato nel mondo Torino a suo di gol, ma la città che lo ha adottato per 19 anni sembra averlo dimenticato. Alessandro Del Piero non sarà cittadino onorario del capoluogo piemontese: il Consiglio comunale ha detto no alla onorificenza chiesta dalla Lega Nord per l'ex bandiera della Juventus, 'sconfitto' sui banchi della Sala Rossa da Papa Bergoglio e da don Aldo Rabino, storico cappellano del Torino, che l'hanno invece ottenuta. Uno 'smacco' per il numero dieci bianconero, che di derby in carriera ne ha persi davvero pochi. In realtà, i motivi del no a Pinturicchio sono più di natura politica che di fede calcistica, con il centrosinistra 'tiepido' su una proposta dell'opposizione di centrodestra. Neppure i favori del sindaco Piero Fassino, tifoso juventino, sono serviti a convincere il Pd a dire sì in maniera compatta. Ed anche gli alleati non hanno gradito. "Il Comune ha concesso la cittadinanza onoraria a chiunque, anche a chi come Roberto Saviano non ha mai avuto nulla a che fare con Torino. Quando si tratta di conferirla a un personaggio che ha portato ovunque la torinesità, decide di negarla", protesta il capogruppo del Carroccio, Fabrizio Ricca. "La cittadinanza onoraria va usata con saggezza", replica il capogruppo Pd Michele Paolino, che nonostante sia tifoso del Torino non ne fa una questione di bandiera: "Forse sarebbe opportuno - è la sua proposta - introdurre riconoscimenti diversi, ad esempio un premio alla città". "La mia è stata una decisione super partes - dice invece il moderato Giovanni Maria Ferraris, assessore allo Sport della Regione Piemonte -. Senza nulla togliere a questo grandissimo campione, spettava alla Conferenza dei Capigruppo valutare se portare o meno la proposta in aula". Fatto sta che il derby della cittadinanza onoraria l'hanno vinto il Toro, a digiuno di successi nella stracittadina da vent'anni, e Papa Bergoglio. Lui sì super partes, nonostante la simpatia per il San Lorenzo.