MILANO. "Sono incazzato nero". Mancini è amareggiato, quasi furioso per come è andata la partita con l'Udinese. Perché l'Inter è ceduta di schianto nella ripresa, vanificando il vantaggio e facendosi rimontare dai bianconeri. Manca carattere a questa squadra, manca probabilmente anche un po' di qualità in ogni reparto. È cambiato l'allenatore, ma i limiti dell'Inter sono rimasti gli stessi. L'incapacità di reagire alle difficoltà era uno dei difetti principali dell'Inter di Mazzarri, ma la situazione non è cambiata con Mancini alla guida. Sono passate solo tre settimane dall'avvicendamento in panchina, ma questa Inter continua a mantenere la stessa fragilità che aveva con il precedente allenatore. Una fragilità che ha caratterizzato il secondo tempo, inaccettabile per una squadra dalle ambizioni europee, non è accettabile per il tecnico stesso. "Sono incazzato nero per questa sconfitta. Sono felicissimo per i primi 45', ma non conta un cavolo e per questo sono arrabbiato", il primo commento a caldo dell'allenatore. L'Inter ha sprecato troppo all'inizio, poi ha concesso forse anche di più nella ripresa. Errori tattici, ma soprattutto di mentalità. Serve essere più freddi e concretizzare le occasioni create. Lo ha confermato anche Mancini: "Il primo tempo doveva finire 2-0 oppure 3-0, perché abbiamo messo tanta aggressività e realizzato quanto prepariamo in allenamento. Poi ci sono stati 15' di passaggi a vuoto. Abbiamo subito un gol, dico uno perché l'altro ce lo siamo fatti da soli. Dopo l'1-1 ci siamo demoralizzati, ma non deve accadere. Non siamo stanchi, perché stiamo bene. Come a Roma abbiamo buttato via la partita per dei nostri regali". Il grossolano retropassaggio di Palacio che ha lanciato a rete Thereau per il gol della vittoria, è forse l'immagine della partita. Ma il tecnico non lo colpevolizza e si aspetta un pieno recupero dall'argentino: “Dopo un Mondiale un giocatore deve recuperare di più, Palacio è un grande giocatore e va recuperato al 100% perché è molto importante. Ha problemi a caviglia e schiena, è uno svantaggio". Mancini dovrà lavorare parecchio sulla mentalità dei giocatori, in attesa degli innesti di gennaio. "Mercato? Non posso neanche permettermi di pensarci, abbiamo due partite importanti ora - ha tagliato corto -. Sono contento della squadra, credo in questa squadra. Ma negli ultimi trenta metri bisogna avere più qualità, con un primo tempo così gli avversari li devi annientare. Serve lavorare per diventare una squadra vera". Anche Kovacic si accoda a quest'ultima frase dell'allenatore, commentando con amarezza le ambizioni sue e dei compagni: "Forse ci siamo fatti un'idea diversa a inizio campionato, siamo una buona squadra ma potemmo dare di più e ascoltare il mister. Il campionato italiano è difficile, sapevamo che ogni partita è dura e ora non siamo una squadra da primi tre posti". Thohir lo aveva già capito, allo stato attuale questa Inter non può fare la voce grossa in Serie A, lo dicono i numeri: la Champions è lontana nove lunghezze, ma la zona retrocessione solo sette.