NIZZA. Anche novembre può portare un piccolo raggio di sole, e in questo caso riguarda le condizioni di Jules Bianchi, il pilota francese vittima a inizio ottobre di un gravissimo incidente a Suzuka e da allora ricoverato in condizioni critiche. Il giovane, ha fatto sapere la famiglia, è uscito dal coma indotto e respira senza ausili, tanto da poter essere trasferito con un volo speciale dal Mie University Hospital di Yokkaichi fino al Centro ospedaliero universitario (Chu) di Nizza, città dove vivono i Bianchi. Lì, accanto ai suoi cari, proseguirà le cure neurologiche necessarie a migliorare le funzioni cerebrali, anche se resta privo di conoscenza e in stato considerato «critico».
Sono termini non diversi da quelli usati nell'ultimo comunicato, risalente al 30 ottobre, ma ora le prospettive sembrano diverse. Le immagini dello schianto del 5 ottobre a Suzuka sono vive nella memoria: la Marussia di Bianchi fuori controllo si infila ad alta velocità sotto una pesante autogrù che manovra a bordo del circuito per recuperare un'altra vettura.
Il violentissimo urto aveva fatto subito temere per la sorte del pilota, che non ha perso la vita ma ha subito un grave danno cerebrale. Mentre infuriavano le polemiche sulla gestione della gara, disputata in condizioni meteo avverse, tutto il mondo della Formula 1 si è stretto intorno a Bianchi, in particolare il suo team, la Marussia - che travolta dal dramma e dai problemi finanziari nel frattempo è fallita - e la Ferrari, che lo aveva «allevato» con la speranza di fare un campione. Fernando Alonso è stato tra i più vicini a Jules e anche oggi gli ha dedicato un tweet per spronarlo nel difficile cammino che ha di fronte.
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