TORINO. La Juventus ha rimesso in sesto la sua classifica nel girone di Champions, con una vittoria più di nervi e volontà che di tecnica, ma Allegri dovrà davvero ancora lavorare tanto se vuole portarla tra le migliori otto d'Europa. Un traguardo che sembra lontano, a guardare i tanti errori, le esitazioni di questa sera. La certezza dei tre punti è arrivata solo al triplice fischio di Atkinson, dopo l'ultimo brivido: il rigore di Vidal respinto sulla traversa da Roberto. Poteva essere 4-2 (che avrebbe avuto riflessi positivi anche sulla classifica in chiave scontro diretto, dopo aver perso 1-0 in Grecia), è stato 3-2, poco se si mettono insieme tutte le azioni d'attacco de bianconeri, risultato giusto se si considerano anche i tanti errori, le incertezze sotto porta qualche volta difficili da capire. La Juve si è fatta raggiungere 3' dopo il primo vantaggio, è finita sotto nel secondo tempo, poi ha avuto una scossa. E la fortuna è girata dalla sua parte, quando Llorente, da poco entrato al posto di un stanco Morata, ha fatto finire sul palo un pallone che aveva indirizzato in porta quasi per caso. Per fortuna della Juve, questa sera Roberto, insuperabile qualche settimana fa ad Atene, era tornato normale: il pallone dal palo gli è schizzato sul piede, rotolando in porta. Pogba ha poi tirato estratto dal cilindro quel tiro potente che qualche volta avere perso. E la grande paura della Juventus si è sciolta. Allegri ha scelto la difesa a 4, più per necessità (le assenze di Caceres e Barzagli, l'Ogbonna a mezzo servizio) con Lichsteiner e Asamoah esterni, ed il rombo di centrocampo, con Pirlo davanti alla difesa e Vidal dietro alle punte. Coppia d'attacco Tevez-Morata, per la prima volta insieme dal primo minuto.
Il gol di Pirlo sembrava avere spianato la strada ai bianconeri, che però non sono riusciti a tenere il vantaggio per più di tre minuti. Prima è stato Bonucci a rischiare l'autogol, poi si è impaperato Buffon che si è lasciato scappare dalle mani un pallone ormai innocuo, come se sbagliasse una schiacciata nel basket all'indietro. Sono stati due corner consecutivi per i greci e sul secondo Botia ha trovato il tempo perfetto per mandare in porta, di testa. Sullo 'Stadium' si è aggirato così, come fosse la notte di Halloween, il fantasma di un'altra beffa stile Galatasaray (l'ormai storico pareggio dei turchi subito dopo il 2-1 bianconero). La partita ha cambiato volto, con Llorente i bianconeri sono riusciti a raddrizzarla, non prima di avere fatto rischiare l'infarto ai tifosi.
Tante poi le palle-gol per finire con meno sofferenza, ma Allegri si è dovuto accontentare dei tre punti. L'Olympiacos meno schiacciato dietro ed Afellay sempre pericoloso palla al piede. La Juve ha stentato a costruire gioco pulito anche se le occasioni per un nuovo vantaggio non le sono mancate: ma Bonucci ha mandato alto di testa un azzeccato tocco su punizione di Pirlo, poi è stato Morata a sciupare un assist di Tevez. Il primo tiro dell'Apache Tevez è arrivato al 37' poi Vidal in area è caduto ed ha gridato al rigore ma Masuaku era probabilmente innocente. Prima dell'intervallo la Juve avrebbe potuto passare ancora e sul cross di Asamoah si sono avventati in quattro, come velocisti sul filo di lana: Marchisio ha mancato la battuta e ha soffiato il colpo a Morata, Pogba e Vidal: la fotografia della paura Juve di non riuscire a farcela. Poi in un modo o l'altro, con poca lucidità ma tanta grinta i bianconeri sono riusciti ad evitare la beffa e a rimettersi in corsa anche se l'Olimpo della Champions è ancora tutto da conquistare.
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