ROMA. Jules Bianchi resta in condizioni critiche e in terapia intensiva dopo l'intervento chirurgico di circa tre ore: a causa del gravissimo incidente di domenica al Gp di Suzuka, il pilota francese, secondo i media nipponici, non sarebbe in grado di respirare senza l'ausilio di macchinari. Il Mie University Hospital di Yokkaichi, dove Bianchi è stato trasportato d'urgenza ieri pomeriggio, non diffonderà alcun aggionamento sulle condizioni fino all'arrivo dei genitori del giovane pilota, attesi in serata.
LA CRONACA. Il cielo sopra la Formula 1 è tornato nero ma il temuto tifone Phanfone non c'entra, se non come causa indiretta di un drammatico incidente che sul circuito di Suzuka ha coinvolto il pilota francese Jules Bianchi e fatto sprofondare di nuovo il circus in un'angoscia che sembrava dimenticata, riaprendo le polemiche sulla sicurezza. Il GP del Giappone, disturbato dal maltempo fin dalla partenza, era praticamente finito quando la Marussia di Bianchi è andata a schiantarsi contro un'autogru che stava rimuovendo una monoposto incidentata. L'impatto, terribile, ha lasciato il pilota senza conoscenza. Portato ad un vicino ospedale, sottoposto ad intervento al cervello, Bianchi è in condizioni critiche per ''gravi traumi alla testa'' e lotta per la vita.
Al capezzale del pilota francese, oltre ai familiari, sono accorsi alcuni colleghi, da Fernando Alonso a Felipe Massa, che alla Ferrari lo hanno conosciuto e apprezzato. Il brasiliano, vittima anni fa di un incidente ''casuale'' - una molla persa da un'altra monoposto lo colpì alla testa rischiando di ucciderlo -, è tra i più duri nell'accusare la direzione corsa: 'La gara è iniziata troppo presto, perché non si vedeva niente, ed è finita troppo tardi - ha detto il brasiliano - Quando c'era la safety car, erano cinque giri che gridavo alla radio che dovevamo fermarci. Ma ci hanno messo troppo e c'è stato l'incidente''. Mentre infuriavano le polemiche, Bianchi è stato trasportato in ambulanza all'ospedale universitario di Mie, il piu' attrezzato della zona per traumi gravi, perchè l'elicottero di soccorso non si era potuto alzare per la scarsa visibilità. Il francese, le cui condizioni al momento del ricovero sono state definite ''critiche'' dal padre Philippe, è stato sottoposto ad un intervento alla testa.
Da 20 anni il mondo della Formula 1 non piange una vittima. L'ultima, forse la più illustre, e' stato Ayrton Senna nel 1994 a Imola, e in questi due decenni si è fatto molto per aumentare la sicurezza, attiva e passiva, tanto che in decine di incidenti più o meno impressionanti i piloti hanno riportato danni non gravi. Tutte le certezze accumulate si sono infrante oggi sulla pista di Suzuka, teatro undici anni fa della tragica fine del pilota motociclistico Daijiro Kato. Bianchi ora lotta per la vita, mentre la polizia giapponese indaga sull'incidente, la cui dinamica è purtroppo chiara, anche se non sono state diffuse immagini: alla curva 7, in condizioni di visibilità e di aderenza scarse, la Marussia di Bianchi ha sbandato cozzando sulla gru che stava rimuovendo la Sauber di Sutil, che nel giro precedente era andato a sbattere sulle barriere. A quel punto, mancavano 6 giri alla fine, il direttore di corsa ha fatto esporre la bandiera rossa, tanto invocata da Massa e altri piloti, per consentire i soccorsi ed evitare altri incidenti.
Non tutti però sono stati d'accordo nell'accusare la direzione corsa. ''È stato un incidente sfortunato, incredibile e purtroppo grave'', ha detto il boss della Mercedes Niki Lauda, che sa cosa vuol dire rischiare la vita in pista. ''La safety car sarebbe dovuta entrare prima? Sono scelte difficili - ha aggiunto l'austriaco -, quando il direttore di corsa ha visto fuori dalla pista la macchina di Sutil ha preso la decisione'', ma ormai era tardi. Il team russo Marussia si vive così un altro dramma dopo quello di Maria de Villota, la donna pilota che durante un test nel 2012 rimase gravemente ferita, perdendo un occhio. Un anno dopo, era il luglio 2013, la giovane morì per le conseguenze di quell'incidente. La sua scuderia e tutti gli altri team ora pregano e sperano per Jules Bianchi, perchè la lista dei caduti in pista resti ferma ad Ayrton Senna.
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