NAPOLI. Se non è 'o miracolo di San Gennarò invocato sugli spalti da uno striscione, ha di certo i contorni dell'impresa sportiva la rimonta (da 1-2 a 3-2 sulla terra rossa di Napoli) che consente all'Italia del tennis di mandare a casa la Gran Bretagna di Andy Murray e di proiettarsi nelle semifinali di Coppa Davis sedici anni dopo l'ultima volta (allora fu 5-0 allo Zimbabwe, 1998).
Il miracolo, sportivamente parlando, lo fa l'uomo più rappresentativo, un Fabio Fognini in versione Dottor Jekill e Mister Hyde: tanto disastroso sabato nel doppio buttato alle ortiche, così impeccabile oggi nell'impartire una lezione al campione di Wimbledon Andy Murray, liquidato in tre set secchi in due ore e 20' (6-3, 6-3, 6-4) con disarmante facilità. Riagguantata la parità (2-2) nel match più complicato, Andreas Seppi ha completato l'opera. Il bolzanino, reduce da un inizio di stagione incerto, ha retto alla pressione di dover vincere a tutti i costi venendo a capo da pronostico del più modesto Ward, il numero 2 del team britannico, regolato in tre set (6-4, 6-3, 6-4) con un pò di braccino alla fine, ma senza mai patire troppo, per il 3-2 finale che lancia gli azzurri alle semifinali di settembre contro la Svizzera. Roba da stropicciarsi gli occhi il match di Fognini.
Nell'arena allestita sul lungomare, e gremita da 5000 persone, con il pubblico napoletano a contrastare il tifo dei 700 fans provenienti dall'Inghilterra, il ligure incanta soffrendo Murray solo in avvio, quando perde l'unico servizio del match e va sotto 3-1. Sembra un copione già scritto, e invece l'azzurro soffre e impreca, ma da lì in poi comincia un'altra partita sotto gli occhi compiaciuti della sua amica del cuore Flavia Pennetta, in tribuna a sostenerlo. L'azzurro inanella cinque giochi consecutivi che lo issano da 1-3 al 6-3 finale del primo set annichilendo un Murray innervosito dalle continue palle corte dell'italiano e incapace di venire a capo della varietà di gioco messa in campo da Fognini. E non si ferma neanche nel secondo set quando fa break lo scozzese nel settimo gioco per poi chiudere con un altro 6-3. Il terzo set è equilibrato fino al 5-4: sul servizio di Murray, Fognini va avanti 40-0, non sfrutta i primi due match point, ma mette a segno il terzo per l'esultanza del pubblico che balla sulle note di 'Ò surdato innamoratò per il definitivo 6-3, 6-3, 6-4.
«C'ho messo la faccia - dirà più tardi con un pizzico di polemica - e anche le 'pallè. E non credo di aver vinto perchè Murray ha giocato male». Confessando anche di aver avuto conati di vomito in campo a causa del nervosismo: «Come Messi? Di Messi ce n'è uno. Ma anche di Fognini ce n'è uno». Con lui esulta anche il timido Andreas Seppi: «Una delle tre partite più importanti della mia carriera». «Una grande impresa, era ora che tornassimo in semifinale. Più che della tecnica è stata la vittoria del carattere» esulta capitan Barazzutti, che dice di averci creduto anche dopo il disastro del doppio. E non si sbilancia sui prossimi avversari: «Ora pensiamo a goderci la vittoria e a festeggiare» dice prima di uscire dalla sala stampa. Non sa che ad attenderlo c'è un gavettone d'acqua che Flavia Pennetta riserva a lui e a Fabio Fognini. Ma nessuno se la prende: potenza del successo, e dell'amore.