Domenica 28 Aprile 2024

Olimpiadi, nuoto: Pellegrini in finale nei 200

LONDRA. La fenice sul collo non l'ha tatuata per caso. Sa morire e rinascere nel giro di ventiquattro ore: lo ha fatto altre volte, ci riprova anche a Londra, perchè a lei spesso è riuscito tutto. Anche i miracoli. Federica Pellegrini non si è lasciata inghiottire di nuovo dall'acqua, ha liberato la mente dal film in bianco e nero dei 400 stile che continuano a tormentarle la vita, ha respinto nell'angolo più nascosto i cattivi pensieri e nella sua gara, i 200, si è rimessa in corsa: finale, col quarto tempo, dopo aver bruciato tutte in batteria. Leggera, nonostante la stanchezza e quel groppo in gola che dopo il flop la faceva parlare quasi da ex.
«Mi si dovranno staccare anche le braccia - esordisce pensando alla gara in cui quattro anni fa a Pechino ha vinto il titolo olimpico -, sono in finale e ci giochiamo tutto lì: metterò ogni cosa, testa, tattica, cuore». Il suo talento che gli anni logorano ma non possono cancellare: è una medaglia alla sua portata, la più veloce in semifinale è l'australiana Bronte Barrat (1'56«08»), un oro nella staffetta 4X200 a Pechino, settimo posto nella gara che Miss Pellegrini vinceva
senza storia per le altre. L'Aussie Baz non preoccupa, davanti all'azzurra ci sono però le rivali vere, l'americana Allison Schmitt (1'56«15) e la francese Camille Muffat, fresca olimpionica dei 400, (1'56»18). La Pellegrini ha vinto la sua semifinale con 1'56«67, avesse avuto qualcuna a fianco che tirava di più sarebbe stata forse più veloce.
Certo per vincere il titolo olimpico il crono dovrà essere un altro: un anno fa a Shanghai l'azzurra aveva bissato il titolo iridato di Roma con 1'55»58. E qui servirà essere anche più veloci, ammette lei stessa. «Schmitt e Muffat sono quelle più forti, ma anche la Franklin si sarà risparmiata, visto che aveva un'altra gara - dice dell'altra americana, tornata in
acqua dopo venti minuti per prendersi l'oro dei 100 dorso - di sicuro per vincere ci vuole 1'55» basso. Pensavo partissero tutte all'attacco - aggiunge ancora - ma la stanchezza si fa
sentire e non mi sono stupita più di tanto«. 
Ci prova Fede, a tornare super: lo vuole fare cambiando la marcia della sua testa, prima ancora che delle braccia. »Ero stanca, ho dormito poco, sveglia alle sei e subito in acqua - racconta la campionessa - ma ora avrò tempo per recuperare e poi cercheremo di divertirci il più possibile«. Ecco, come era avvenuto altre volte, la smorfia di dolore si riapre al sorriso.
»Nei 200 metto sempre qualcosa in più - aveva già detto dopo essere uscita da leader delle eliminatorie - le risposte cerco di darmele da sola, andando forte, dall'inizio alla fine«. Quanto all'anno sabbatico annunciato e che dopo il tonfo sapeva di addio, ribadisce: »Ho bisogno di ricaricare le pile, non ho detto che nel 2013 non gareggerò, a livello internazionale farò solo le staffette. Avrei dovuto staccare già dopo i mondiali di Roma«. Ma la »voglia di spaccare il mondo ce l'ho sempre - dice la campionessa - e ci metto la stessa cattiveria«. Quella che serve per non finire nel gorgo, per non cadere. »Delle critiche non mi interessa, domani sarà tutta un'altra gara - sottolinea - voglio giocarmi fino alla fine tutto quanto. Spero di poter tornare a sognare io«.

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