ROMA. "Penso alla Juve dei Tardelli, dei Bonini, dei Cabrini... Ad una società che sceglieva ragazzi giovani, ma dotati di mentalità vincente. Ecco, noi dobbiamo costruire un gruppo forte e omogeneo, che possa mantenersi nel tempo". Gigi Del Neri fa un esempio del passato per spiegare a quale Juventus debba ispirarsi quella che sta costruendo lui, e che domani sarà impegnata in amichevole a Cosenza contro il Lione. Di questo gruppo farà ancora parte Felipe Melo? Come si recupera il brasiliano dopo la brutta figura del Mondiale? "Convincendolo che è un giocatore importante - è la risposta del tecnico juventino - e convincendolo a lavorare sodo per riprendere la condizione".
Del Neri al momento preferisce non fissare obiettivi per la sua squadra. "Anche perché - dice – quale potrebbe essere, arrivare secondi o terzi? L'obiettivo finale è irrilevante, se ne hai uno ogni domenica. Gli obiettivi ci devono essere ogni settimana, perché se vinci le partite, poi vinci anche il campionato". Una battuta su José Mourinho che ha lasciato l'Italia dopo i trionfi con l'Inter. "Se uno vince tanto, un motivo ci deve essere - dice Del Neri -. Per un mese ho allenato il Porto che era una sua creatura: 'Mou' è un gran lavoratore e un ottimo psicologo, aspetti molto importanti nel calcio”.