Palermo. “Giovane, giovane, giovane hai tutta una vita da vivere ancor”. Nel 1963, il cantante Pino Donaggio al Festival di Sanremo puntò su questo motivo. Arrivò terzo.
Terzo posto per il Palermo significherebbe Champions League: un sogno. Il primo protagonista della nostra nuova rubrica "Il Palermo lo alleno io" è Giuseppe Caccamo. Trentanove anni, impiegato Eni, fede rosanero, ai tempi del twist di Donaggio, non era ancora nato. Eppure ha la stessa idea del cantante veneziano. “Giovane, giovane, giovane. Così deve essere il Palermo per mirare in alto”.
Subito due nomi: Cavani e Kjaer. “Se davvero Zamparini vuole una squadra competitiva – afferma Caccamo - l’uruguaiano e il danese non si devono assolutamente cedere. Non bisogna fare come con Amauri, esploso in rosanero e subito venduto alla Juve”. Proprio ai bianconeri è finito uno dei giocatori italiani più apprezzati dall’impiegato dell’Eni, che dopo anni di abbonamento allo stadio, quest’anno ha preferito Sky e la poltrona di casa al seggiolino della tribuna Montepellegrino. “Avrei preso Candreva, d’altronde chi l’ha detto che la Juve, al momento, è meglio del Palermo?”. Candreva, già in orbita Nazionale, è uno dei tanti con “tutta una vita da vivere ancor”, ma qualcuno è già di casa in viale del Fante. Hernandez, per esempio. “Con lui facciamo al contrario – propone Caccamo – lo diamo in prestito, così gioca, matura e quando è pronto lo riportiamo al Barbera”. E a Rossi cosa consiglia? “Parla poco, non si arrabbia ed è competente, l’ideale per Zamparini. Può essere un allenatore longevo”. Un longevo per lanciare i giovani.