Il primo novembre la temperatura media della superficie degli oceani, nella zona compresa fra il 60/mo parallelo Sud e il 60/mo parallelo Nord, è stata di 20,79 gradi, la più alta finora registrata e ben 0,4 gradi sopra le medie del periodo. Lo indica il programma di osservazione della Terra Copernicus di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione europea.
Un nuovo record, dunque, che si aggiunge a quello del 17 novembre, che è stato il primo giorno in cui la temperatura globale (della superficie e dell’aria) ha superato i 2 gradi i livelli preindustriali, raggiungendo i 2,07 gradi sopra la media del periodo 1850-1900.
I record di novembre non finiscono qui: per quanto riguarda l’Italia, alcune stazioni meteorologiche della Sicilia hanno rilevato a metà del mese picchi di ben 30 gradi centigradi. Come per l’aria, per quanto riguarda le acque degli oceani, continua il trend di record segnati da aprile in poi.
«Siamo ben oltre a tutti i valori registrati negli anni ’90 e 2000 - commenta Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr - che influenzano il tasso di umidità nell’atmosfera con i conseguenti eventi estremi registrati anche in Italia».
Secondo l’esperto, «anche se le condizioni di El Niño hanno continuato a svilupparsi nel Pacifico equatoriale, ciò non basta a spiegare l’impennata delle temperature. Inoltre valori fuori scala si sono registrati anche nel Pacifico settentrinale, nell’Atlantico e nel Mar Mediterraneo».
Dati che potrebbero presto incoronare il 2023 come l’anno più caldo di sempre. «Fino ad ottobre, a livello globale lo è stato e - conclude Gozzini - al momento la tendenza è già superiore al 2016, che detiene il primato. In Italia, però, l’anno più caldo registrato dal 1800 è ancora il 2022, che ha segnato +1.15 gradi celsius sopra la media contro gli attuali +1.05 gradi celsius del 2023».
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