Boom di presenze in campagna, sia nelle tavole che nelle camere, con rialzi consistenti anche per le città d’arte, mentre si registra già un’impennata di acquisti, soprattutto di prodotti tipici nel settore dei dolci artigianali, nonostante il paradosso cronico siciliano: la mancanza di lavoratori disponibili di fronte alla forte richiesta di certe figure professionali. In estrema sintesi, è il quadro dei consumi prospettato dalle associazioni datoriali per le festività pasquali in Sicilia, che grazie anche al volano del turismo porteranno una boccata d’ossigeno primaverile a buona parte del tessuto produttivo.
Tutti a tavola… in campagna
A cominciare, per l’appunto, dalle zone rurali, dove, secondo i dati in mano ad Agriturist (Confagricoltura), «le prenotazioni del pranzo di Pasqua e Pasquetta sono state esaurite con largo anticipo mentre le camere hanno ancora qualche disponibilità», anche se (e non è un’eccezione della Sicilia) sul comparto continuano a pesare sia «la difficoltà nel reperire personale» sia «il forte rincaro delle materie prime: ad esempio, in un anno la farina è aumentata del 150%, lo zucchero del 100%, latte, carni e ortaggi dell’80%. Per contro, responsabilmente, gli imprenditori agrituristici hanno solo leggermente ritoccato i loro prezzi». E non sono i soli, visto che anche i pasticcieri e i panettieri, nonostante l’inflazione galoppante, sono riusciti a dimezzare l’incremento del costo dei prodotti tradizionali dell’Isola rispetto al rincaro dei generi alimentari. A dirlo è l’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, che a febbraio 2023, su base annuale, a fronte di un rialzo del 13,2% nei beni di prima necessità rileva invece un +6,5% nei manufatti di pasticceria.
All’insegna della dolcezza
Sarà forse anche per questo che nella lista dei consumatori, nella settimana di Pasqua, sono rapidamente risaliti alla ribalda i prodotti agroalimentari made in Sicily, con prevalenza del dolce sul salato. Quanti? Confartigianato ne conta ben 269, tutti a vocazione artigianale, tanto che la fra le settemila pasticcerie e imprese del settore dolciario, oltre cinquemila (l’80%) è rappresentato da piccole e micro botteghe. Aziende che, proprio nei periodi festivi, trasversalmente al rialzo del volume di vendita, incontrano ancor più difficoltà nel trovare dipendenti. Difatti, nell’Isola oggi mancano all’appello circa 700 unità tra pasticcieri, gelatai, conservieri, panettieri e pastai: si tratta, sottolinea l’Osservatorio, del 41% circa del fabbisogno attuale, una quota che posiziona il territorio al nono posto nella classifica regionale per elevata complessità nel reclutare queste figure. Un paradosso, commenta il presidente di Confartigianato Sicilia, Daniele La Porta, «che denunciamo da anni: ci sono tanti giovani che non lavorano e tante imprese che cercano manodopera, e la difficoltà di reperimento è più elevata per gli artigiani».
In partenza anche i siciliani
Ma nel quadro pasquale, prevalgono nettamente le luci. Pure nella fotografia sviluppata dal presidente regionale di Confcommercio, Gianluca Manenti, che nel prossimo weekend, «secondo stime del nostro Ufficio studi che poi dovranno essere confermate dai fatti», prevede «un rialzo del 16% nella quota di consumi in Sicilia su base annuale, e un +18%, in particolare, nelle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Ci attendiamo una Pasqua con il segno positivo grazie soprattutto alla presenza dei visitatori stranieri e alla crescita di spesa media. Il pienone nei ristoranti (+25% rispetto al 2022) in particolare, per quanto riguarda la giornata di domenica, lascia ben sperare. Così come le prenotazioni negli alberghi, in crescita del 10%», sempre su base annuale, «che dovrebbero passo dopo passo proiettarci verso i livelli pre-Covid, non ancora raggiunti. Emergono, poi, varie tendenze, come ad esempio la crescita del 7% delle prenotazioni per partenze dei siciliani: tra le mete più richieste, le città d’arte italiane ma anche gli agriturismi e, in minima parte, le capitali estere».