Il matrimonio a Palermo e la vita in Sicilia con il suo ex marito. Il passato raccontato in una lettera inviata dal carcere alla trasmissione Quarto Grado da Alessia Pifferi, la 37enne arrestata il 21 luglio scorso per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, la piccola di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola per sei giorni nella casa del quartiere milanese di Ponte Lambro, dove viveva la donna.
Una lettera in cui la donna racconta anche la propria vita e il periodo trascorso nell'Isola: "Ho vissuto a Milano fino al matrimonio, fino a quasi 20 anni, poi sono andata in Sicilia, a Palermo, perché mi sono sposata. Poi sono tornata a Milano a casa mia".
Per tutto questo periodo "ho vissuto solo con il mio ex marito. Per il resto ero sempre in casa con i miei genitori o da sola". Del matrimonio - "in municipio a Palermo e in chiesa a Milano, a Ponte Lambro", scrive, "è stato molto bello. In Sicilia indossavo l'abito da sposa prestato da mia sorella, invece quello di Milano l'ho comprato io risparmiando".
Pifferi, adesso detenuta a San Vittore, spiega che la sua era "una famiglia normale e abbiamo cercato di avere un figlio che non è mai arrivato". E sul padre della piccola Diana: "Per parlare di oggi e del papà di Diana devo dire che non mi sento di esprimere nulla perché sono fatti così delicati che potrei parlarne solo privatamente a lui. So solo che vorrei poter tornare indietro a quel giorno per non uscire e riavere la mia bambina".
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