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Realtà virtuale, problemi reali: allarme per il caso di una donna violentata sul Metaverso

Un'immagine di Metaverso dalla presentazione di Mark Zuckerberg dello scorso ottobre

Meno di un minuto nel mondo virtuale e viene subito violentata e insultata da almeno tre avatar. Un’esperienza incredibile quella di una ricercatrice americana chiamata a testare Metaverso, il servizio di Facebook in via di allestimento, che ha indotto Mark Zuckerberg a prevedere distanze di sicurezza nella nuova realtà tecnologica.

La vittima delle molestie virtuali ha 43 anni. «A 60 secondi da quando sono entrata sono stata molestata verbalmente e sessualmente», ha raccontato. Si chiama Nina Jane Patel, è vicepresidente di Kabuni Ventures, una società che si occupa di ricerca sul Metaverso. Il racconto della donna è stato pubblicato su Medium e ha fatto il giro del mondo. Chi pensa che la realtà virtuale sia innocua si sbaglia. La vittima dell'abuso subito nel Metaverso non è certo una sprovveduta, eppure il suo racconto rivela uno stato di profondo turbamento. «La realtà virtuale - dice Patel - è stata progettata in modo che la mente e il corpo non possano distinguere le esperienze virtuali/digitali da quelle reali. In qualche modo, la mia risposta fisiologica e psicologica è stata come se fosse accaduta nella realtà». La ricercatrice americana definisce l'esperienza «orribile» e spiega perché: «Tre-quattro avatar maschili, con voci maschili, essenzialmente, ma virtualmente, hanno violentato il mio avatar e scattato foto mentre cercavo di scappare», racconta. «Quando ho chiesto di fare una pausa, hanno gridato: “Non fare come se non ti sia piaciuto”. È stato un incubo surreale».

Meta, la società che controlla Facebook, ha deciso di correre ai ripari. Del resto, quello di Nina Jane non è l’unico caso di abusi segnalato sulle piattaforme per la realtà virtuale. Venerdì 11 febbraio il gruppo ha lanciato un nuovo strumento che impone agli utenti di mantenere una distanza minima di 1,2 metri dagli altri.  «È un passo importante e c’è ancora molto lavoro da fare. Continueremo a sperimentare ed esplorare nuovi modi per aiutare le persone a sentirsi a proprio agio in VR (Virtual Reality, realtà virtuale, ndr)», ha affermato Vivek Sharma, vicepresidente delle piattaforme per la realtà virtuale Horizon. I ricercatori puntano a perfezionare le norme sui comportamenti da adottare nel Metaverso. Già in uso c'è un comando che permette a ogni avatar di avere avere una bolla, come uno scudo virtuale,  che cancella le mani degli altri avatar se questi sono troppo invadenti. Chissà, potrebbe essere un'idea anche per il mondo reale.

 

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