Oggi, 21 gennaio, è la Giornata mondiale dell’abbraccio. È una ricorrenza che si festeggia ormai da 36 anni, ma da 2 anni a questa parte ha acquisito un significato particolare a causa del Covid. Il virus ci impedisce la più significativa dimostrazione di affetto, di amore, di stima, di riconoscenza. Non poter abbracciare le persone a cui vogliamo bene è una delle più grandi privazioni legate alla pandemia e uno studio recente condotto da un gruppo di pediatri ci dice quanto sia importante per la vita di tutti giorni e dunque quanto adesso ci manchi.
Quando è nata la Giornata mondiale dell'abbraccio
La Giornata mondiale dell'abbraccio (il National Hugging Day) è stata istituita nel 1986 in Michigan per opera del reverendo Kevin Zaborny. La sua nascita si deve alla voglia di contrastare la nostalgia che spesso si prova una volta concluse le festività natalizie e in risposta alla giornata più triste dell’anno, il Blue Monday che cade il terzo lunedì di gennaio, dunque pochi giorni prima. Dall’America questa ricorrenza si è poi diffusa pian piano in tutto il mondo diventando ormai la Giornata mondiale dell’abbraccio. Per celebrare l'importanza dell'abbraccio e sopperire alla sua mancanza nel pieno della pandemia, nell’aprile del 2020 Facebook ha aggiunto alle sue reaction anche quella dell’abbraccio, così da consentire agli utenti del social network di “abbracciarsi” anche se solo in modo virtuale.
Le ricerche sugli abbracci
A sottolineare il valore dell'abbraccio, ricordandoci che si tratta di un gesto che migliora l’umore e la salute psicofisica ci sono svariate ricerche. Una delle ultime è stata condotta presso la Lorestan University of Medical Sciences di Khorramabad, in Iran. A condurre lo studio è stato un gruppo di pediatri coordinati da Siavash Beiranvand, docente di anestesiologia, coinvolgendo 120 bambini tra i 2 e i 6 mesi di età sottoposti a iniezioni endovenose. I ricercatori hanno appurato che gli abbracci e le carezze della mamma riducono notevolmente la durata del pianto dei bambini alleviando la risposta al dolore. Secondo un altro studio condotto alla School of Medicine dell’Università della California, dall'abbraccio deriverebbero dei reali benefici per il nostro organismo. Lo stimolo emotivo che si prova, secondo i ricercatori, contribuisce alla produzione di ossitocina, un ormone importante per il benessere psico-fisico e sessuale. Ecco perché recentemente si è diffusa la Hug Therapy che si basa appunto sul contatto sensoriale e sulla stimolazione dei centri emotivi del cervello per ottenere un senso di soddisfazione e appagamento contrastando ansia e stress.