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Barbero: «Donne insicure e poco spavalde, per questo non hanno successo». Ed è bufera

Critiche da destra e da sinistra al professore che parla di «differenze strutturali» fra i due sessi. Il deputato Anzaldi chiede alla Rai di bloccare le collaborazioni del docente. Lui tiene il telefono spento

Alessandro Barbero, docente all'Università di Torino

Lo storico Alessandro Barbero finisce nella bufera per le sue parole sulle donne «insicure e poco spavalde» in un’intervista a «La Stampa». Dopo le polemiche per avere firmato l’appello di un gruppo di accademici critici sul green pass, il professore dell’Università di Torino è travolto dalle polemiche sui social e l’hashtag #Barbero diventa trend topic su twitter.

«Vale la pena di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest’ultima più difficile avere successo in certi campi», ha affermato Barbero e, ammettendo di sapere di rischiare di dire una cosa «impopolare», domanda anche: «È possibile che in media le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi?».

Una valanga le reazioni di indignazione, rabbia, sdegno. Insorgono i suoi lettori, le femministe, il mondo accademico e della politica, gli intellettuali, le persone comuni, dalla presidente di Italia Viva Teresa Bellanova, viceministro alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, al leader di Azione Carlo Calenda, da Gianni Riotta, direttore del Master di Giornalismo e Comunicazione multimediale della Luiss e del Centro di Ricerca Data Lab, ad Anna Paola Concia, attivista dei diritti delle donne e responsabile del progetto «Donne&Governance».

Per tutta la giornata il telefono del professore resta spento, irraggiungibile, nessuna parola mentre infuriano i tweet. «Caro professor #Barbero dirò anche io una cosa impopolare, Donne e uomini sono diversi, sì. E per fortuna la diversità è un valore. Dalle sue parole emerge invece un’unica differenza strutturale degna di nota: quella fra chi sa ciò di cui parla e chi, purtroppo, non ne ha idea», scrive Teresa Bellanova. Il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, dice con determinazione che «sarebbe giusto e doveroso che con “spavalderia e sicurezza di sé” la presidentessa Rai Marinella Soldi chiedesse lo stop immediato a tutte le collaborazioni Rai presenti e future con il professor Barbero. Mi auguro che il Cda affronti subito la questione».

La senatrice Rossella Accoto, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, risponde a Barbero con una domanda laconica: «Non crede che se milioni di donne grintose, preparate e pronte a lavorare, trovano ostacoli e muri alla propria carriera, e spesso purtroppo al mondo del lavoro, non sia più per colpa di certi dirigenti e accademici misogini e ancorati ad una visione patriarcale delle aziende e della società? Magari sono questi dirigenti che vanno pensionati per far spazio ad una reale parità salariale e lavorativa». Alessia Rotta (Pd), presidente della Commissione Ambiente della Camera, scrive su Facebook: «Ormai per farsi notare non sa più cosa inventare. È così decide di dare voce ai peggiori stereotipi. Che pena. Che pena». «Uno storico capace che dice castronerie di proporzioni cosmiche senza vergognarsene». dice Calenda. «Ma cos'è, una gara a chi la spara più grossa?» è il tweet di Marianna Aprile. «Niente, abbiamo perso pure Barbero», sottolinea Maria Cafagna. «Alessandro Barbero era un simpatico divulgatore, che ha deciso d’improvviso di demolire simpatia e storia con demagogia su greenpass, guerra mondiale e ora “differenze strutturali” con gli uomini che impedirebbero alle donne successi politici. Temo interventi su razza ed è chiusa», dice Riotta. E Anna Paola Concia tuona, facendo riferimento al femminicidio nel Bresciano di Elena Casanova: «Vede #Barbero questo è un esempio di uomini #spavaldi che in modo arrogante ha avvisato tutti che avrebbe ucciso questa donna. E lo ha fatto senza che nessuno lo abbia fermato. Spavaldo lui, spavaldo chi non lo ha fermato?».

Daniela Santanché, infine, la butta in politica: «#Barbero ci insegna cos'è davvero, sotto i birignao radical chic, un (cosiddetto) intellettuale progressista... Non a caso l’unico leader donna in Italia si chiama @GiorgiaMeloni, e non sta a sinistra!»

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