I primi ricordi della propria vita risalgono all'età di due anni e mezzo. Prima rispetto a quanto stabilito da considerazioni precedenti su questo tema. Lo rileva una nuova ricerca della Memorial University of Newfoundland, pubblicata sulla rivista Memory. "Crediamo - evidenzia Carole Peterson, autrice principale dello studio - che le persone ricordino molte cose dall'età di due anni ma che non si rendano conto di farlo. Per due motivi. Da un lato è facile, come un effetto domino, innescare un ricordo da un altro che viene riferito, fino a riandare indietro nel tempo. Dall'altro, abbiamo documentato che i primi ricordi sono sistematicamente errati. Più e più volte riscontriamo che tanti pensano di essere più grandi di quanto non siano in realtà". Da più di 20 anni la dottoressa Peterson conduce studi sulla memoria, con particolare attenzione alla capacità di bambini e adulti di ricordare i loro primi anni di vita. L'ultima ricerca ha esaminato 10 dei suoi articoli sull'amnesia infantile, seguiti da analisi di dati pubblicati e non pubblicati raccolti nel suo laboratorio dal 1999. Lo studio ha caratterizzato un totale di 992 partecipanti e i ricordi di 697 di loro sono stati confrontati con quelli dei genitori. Nel complesso, è emerso che i ricordi dei bambini vengono datati prima dai genitori. In particolare, più le memorie sono lontane nel tempo più si fa fatica a collocarle correttamente nell'età giusta, soprattutto se avvenute nei primi quattro anni di vita. È un effetto che gli studiosi definiscono telescoping. "Quando guardi cose che sono successe molto tempo fa, è come guardare attraverso una lente -conclude Peterson- più un ricordo è remoto, più l'effetto telescopico lo fa vedere vicino. Per gli eventi da quattro anni in su, però, questo non avviene".