Sabato 16 Novembre 2024

La Rai pronta a querelare Fedez, il rapper replica: "Rifarei tutto, sono un privilegiato"

È la Rai a dover decidere se avviare o meno un’azione legale contro Fedez per la presunta manipolazione del contenuto della telefonata da parte dell’artista alla vigilia del Concertone. Lo ha detto Franco Di Mare, direttore di Rai3, nella replica ai quesiti posti da diversi componenti della commissione di Vigilanza dove è in audizione per la vicenda Concertone. «Il danno di reputazione c'è stato, lo dovrà valutare la nostra leadership aziendale», ha aggiunto Di Mare. Il direttore della terza rete Rai ha parlato di «esecrabile azione di falsificazione compiuta da Fedez, cambiare l’ordine delle domande e delle risposte, eliminare alcune risposte non è un gioco, è un reato. Non è una mia opinione ma un dato di fatto. È fondamentale tutto questo, perchè sulla base di questa ci siamo presi valanghe di immondizia tirata addosso perchè siamo risultati inaffidabili, gente che voleva impedire a Fedez di dire alcune cose. Ma il punto è: perchè cambiare le carte, perchè modificare la realtà in maniera truffaldina? Non c'era alcun motivo e però l’ha fatto». Dal canto suo, Fedez ha quindi replicato: «Si è riunita la commissione di Vigilanza Rai, dove il direttore di Raitre mi accusa di manipolazione del video e allude anche al fatto che io avrei tramato un complotto alle loro spalle con dei giornalisti, e dall’altra parte la Lega propone di denunciarmi. Io mi assumo totalmente la responsabilità di ciò che ho detto e fatto, sapevo benissimo a cosa andavo incontro». Fedez lo ha sottolineato in una lunga storia su Instagram, pubblicata dopo la fine dell’audizione in Vigilanza di Franco di Mare. «Potevo benissimo starmene a casa mia - aggiunge - ma rifarei quello che ho fatto 100 mila volte, anche perchè io sono un privilegiato, se la Rai mi fa causa io ho i mezzi per potermi difendere, se la Rai mi bandisce dalla Rai a me non cambia la vita. Ma quanto lavoratori della Rai se questo è il metodo che viene utilizzato devono scegliere tra la libertà di parola e il dar da mangiare alle proprie famiglie? È giusto questo comportamento in una tv che si definisce di Stato?».

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