Bandabardò, la lettera di Erriquez prima di morire: "La mia vita è stata tutta un’avventura"
Prima di morire ha voluto scrivere una lettera. Un ultimo messaggio, toccante resoconto di quello che è stata la sua vita. A scrivere è stato Erriquez, il leader dei Bandabardò, morto dopo una lunga malattia. La lettera è stata pubblicata qualche ora fa sulla pagina ufficiale della band, e recita così: "Ogni storia ha una sua vita e ogni vita ha mille storie. La mia vita è stata musica che accade, incontri di popoli, magie, racconti, mille soli splendenti e vento in faccia. Non ho rimorsi, non ho rimpianti, la mia vita è stata tutta un’avventura. Finalmente, dopo tanto inutile errare, ho trovato la donna perfetta e l’ho sposata, rendendola mia per sempre, la mia compagna di vita, di viaggio e di sogni, la mia migliore amica, la mia donna, mia moglie Silvia a cui devo tanto, a cui devo tutto. Sono padre felice di un figlio strepitoso, il migliore che si possa desiderare, con il sorriso più bello del mondo. Rocco. Ho goduto abbestia con i migliori compagni potessi avere, la mia Banda del cuore, la nostra creatura meravigliosa dai mille colori. In questo grande girotondo saluto e ringrazio tutti quelli che mi hanno amato e tutti quelli che ho amato, i nomi sono tanti, voi sapete chi. Un abbraccio che circonda! Aloha!". Un’esplosione di vitalità, gioia di suonare, cantare e ballare assieme superando le barriere etniche e culturali. Era questo ed altro Enrico Greppi, in arte Erriquez, volto e anima della Bandabardò, morto nella sua abitazione di Fiesole. A portarlo alla morte, a 60 anni, una lunga malattia che però non aveva fermato la sua voglia di continuare a lasciare il segno nella musica e di mandare un messaggio di unione tra le persone, nel segno dell’allegria e della solidarietà. Con le sue note, capelli lunghi e barba intrecciata, ha riempito di passione tanti 25 aprile e 1 maggio, superando anche la barriera del tempo che ha visto cambiare gusti musicali e modo di stare assieme. Molto riservato ma solare, Erriquez si è anche battuto da sempre nel sociale sposando le cause dei più deboli. L'infanzia in Toscana, poi l’adolescenza a Bruxelles e in Lussemburgo, dove impara le lingua e la capacità di mescolarsi con gente di tutto il mondo. Figlio d’arte, impara a suonare il violino in conservatorio, che però lascia ben presto per avvicinarsi al rock, la sua passione. Sono gli anni dei Pink Floyd, dei Jethro Tull, a cui si ispira, insieme ai grandi cantautori italiani, a partire da De Andrè. Abbraccia quindi la chitarra, che lo accompagnerà poi nella sua avventura con la Bandabardò. Un gruppo nato nel 1993, e così chiamato in onore di Brigitte Bardot, per celebrare la bellezza, quando Erriquez incontra Finaz, virtuoso della chitarra prima elettrica, poi acustica. Sono loro a creare la base dei quasi trentennali successi del gruppo. A partire dall’album di esordio Il circo mangione, con cui la band si fa conoscere in Toscana e non solo, fino a Iniziali Bì-Bì, Mojito Football Club e Bondo! Bondo! che nel 2002 decreta il successo internazionale del gruppo. Album, tour e serate di beneficienza fino a quel 7 dicembre 2018 quando al Nelson Mandela Forum tanti colleghi, da Max Gazzè a Carmen Consoli, dai Modena City Ramblers a Piero Pelù, festeggiano con un grande concerto i 25 anni della banda. «Attenzione, concentrazione, ritmo e vitalità», il ritornello che tutti ricordano di «Se mi rilasso collasso».