«Un uomo generoso, Stefano, che ha lasciato tracce importanti in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo: io l’ho avuto accanto per quarant’anni; grande batterista, grande autore ma soprattutto un grande uomo, che lasciava qualcosa di importante di sé in chi incontrava – racconta Roby Facchinetti ai microfoni di Rgs -. Ha avuto la grande sensibilità di scrivere un testo straordinario e di avercelo lasciato: dopo che i Pooh fecero l’ultimo concerto a Bologna, il 30 dicembre 2016, io e Stefano non ci siamo lasciati, abbiamo cominciato da subito a mettere mano al nostro “Parsifal” e lo abbiamo completato. Oggi è un’opera vera di oltre due ore, poi è venuto “Rinascerò Rinascerai”, e altri tre inediti. Stefano ha lavorato fino a poche ore prima che lo ricoverassero in ospedale». A partire da «Invisibili», che Facchinetti racconta a Marina Mistretta (lo speciale Weekend di Rgs è in programma oggi alle 7 e alle 17). «Invisibili» è dedicato agli anziani: un problema sociale enorme. Sono spesso abbandonati, anche dai propri figli, da coloro che hanno messo al mondo. Noi dobbiamo la vita ai nostri genitori, ai nostri nonni, non li possiamo lasciare soli, mai». È il racconto della vita di un marito e una moglie che vivono in solitudine «nessuno sa di voi, vivete piano per non sbagliare/appesi ai vostri respiri», c’è solitudine nelle loro vite ma sono protetti dal loro amore che resiste al tempo e si basta: «Il battito di un cuore non ha età». «La coppia di anziani protagonista del brano, è speciale: hanno avuto la fortuna di invecchiare insieme, non avvertono la loro invisibilità perché si “bastano” a vicenda. Sono bellissimi, dolci, affettuosi: Stefano riuscì a colmarli di poesia e di generosità». Nel video, realizzato da Gaetano Morbioli, Roby Facchinetti veste gli insoliti panni di artista di strada, assieme al chitarrista Michele Quaini nello splendido scenario della villa e del parco Sigurtà a Valeggio sul Mincio. I due diventano spettatori dei gesti di affetto e dolcezza che gli anziani ancora si scambiano, segno di un amore che, seppure vissuto nella semplicità, ha reso la loro vita come la realizzazione di un bellissimo sogno. «Invisibili» è contenuto in un progetto discografico composto da due cd live del tour 2019 e il cd «Rinascerò, rinascerai» che include anche l’omonimo successo uscito il 27 marzo durante il lockdown. La canzone che dà il titolo all’album è già stata tradotta in 15 lingue ed è nata a scopo totalmente benefico. «Fu un’idea mia, ma il testo di Stefano è incredibile. Contattammo i nostri amici medici di Bergamo, in un momento in cui l’ospedale era in piena emergenza: ma riuscirono lo stesso a fare lo scatto che, postato in rete, raggiunse tutti. Oggi, quando sento la versione in vietnamita, mi rendo conto che è stato un vero inno alla vita». Ancora oggi tutti i proventi di «Rinascerò Rinascerai» sono a favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per l’emergenza Covid. Andiamo oltre, Roby Facchinetti è un fiume in piena di ricordi. A partire da «Uomini soli», che vinse Sanremo nel 1990. «Avevamo deciso di partecipare al festival dopo 24 anni - continua - ma soltanto perché avevamo questa canzone di Valerio Negrini, che credo sia un vero capolavoro. All’epoca non era un brano “sanremese” acchiapparello, anzi era un pezzo importante che ci faceva fare la nostra sporca figura. Anzi vi racconto un aneddoto: in quegli anni si sapeva il nome del vincitore un’ora prima. Il manager bussò alla porta della mia camera, e mi disse che eravamo primi. Noi corremmo da Stefano e lo trovammo completamente bagnato di sudore … per la tensione. Insomma, Sanremo fa brutti scherzi, ma lo ricordiamo con affetto”.